Recensione: Borgo Destino - Rachele Crema

gennaio 31, 2022

Borgo Destino, un libro in cui già nel titolo stesso è insito il significato di un concetto astratto, intangibile ma ben preciso: il destino. Il destino che fa incrociare due percorsi opposti, quello di Bianca e Filippo, senza previsione alcuna, con l'intento di guidare i loro passi in una determinata direzione, quella della crescita personale e del superamento delle difficoltà. Il tutto incorniciato da un sentimento d’amore che pervade il lettore fin dal principio, scaldando il cuore e alleviando i tormenti dell’anima.

 

Titolo: Borgo Destino
Autore: Rachele Crema
Genere: Narrativa
Editore: Morestories

 

Trama

 

Filippo vive da anni in un borgo ormai disabitato sull’appennino emiliano, isolato dal resto del mondo e in equilibrio perfetto con la natura. La felicità, quella vera, l’ha provata e sa di non poterla avere più indietro… Inutile tentare, inutile rimettersi in gioco, tutto ciò di cui ha bisogno sono i suoi boschi, il suo cane, Vivere alla giornata. Sopravvivere, giorno dopo giorno. Per questo non è affatto contento che la sua routine venga interrotta da Bianca, giovane architetto di Modena che, con tutta la sua innocenza e fragilità, gli propone di acquistare il suo borgo per trasformarlo in un grande albergo. Ma anche Bianca ha bisogno di un riscatto. Quel lavoro lo deve portare a termine se non vuole essere licenziata, e magari avere quell’avanzamento di carriera che nel suo ufficio, misogino e maschilista, sembra essere riservato solo ai colleghi uomini. È stanca di una vita di fotocopie e caffè, e quella del borgo è la sua grande occasione…
Una sfida che però sembra già persa in partenza quando si trova davanti il rifiuto categorico di Filippo. Ma a quel punto dovrà anche chiedersi quali siano le battaglie per cui valga davvero la pena lottare. E forse la più importante di tutte è quella più inaspettata, quella che il destino ha scelto per il suo cuore.

 

 

Recensione

 

In passato, nel periodo in cui avevo appena aperto il mio profilo su Instagram e il blog, vedevo spesso la copertina di questo libro nei post degli altri utenti. Non so perché, ma già mi attirava. Avete presente quando un romanzo vi colpisce immediatamente, senza comprenderne il motivo? È come se vi chiamasse, in qualche modo, ancor prima che voi lo abbiate letto. Quando la scrittrice Rachele Crema mi ha scritto chiedendomi di recensirlo, per me è stato come se fosse un segno del destino. Proprio come il titolo di questo splendido libro, Borgo Destino. Leggendo la mia recensione, ne capirete il perché...



Bianca, giovane trentenne, svolge l'attività di architetto in uno studio privato, in cui purtroppo non viene trattata bene. Indovinate perché? Perché è una donna. Secondo le convinzioni maschiliste del suo capo, le donne non possono svolgere mestieri come questo, perché non riusciranno ad ottenere mai dei risultati come quelli degli uomini. Vi chiederete che sciocchezze sono queste, nel ventunesimo secolo, ma per la nostra protagonista è l'amara realtà lavorativa in cui vive. Ma non finisce qui, la ragazza subisce forti pressioni psicologiche da parte degli altri colleghi e non riesce ad opporsi a tutto questo: la paura di perdere il lavoro e deludere così i suoi genitori la tengono inchiodata lì, in quell'ufficio, a sopportare trattamenti ingiusti e meschini solo per il suo essere donna. Ma il suo capo ha in mente una grande sorpresa per lei: per metterla ancora più a suo agio (in realtà per spingerla a licenziarsi, ricattandola indirettamente), le chiede di recarsi un luogo sperduto, per convincere un cliente difficile a cedere la sua abitazione, così che l'azienda possa costruire liberamente su quel terreno. Se non riesce nell'impresa, sarà licenziata. È la sua grande occasione per dimostrare che vale qualcosa o, in realtà, è già tutto deciso?



È stanca della situazione che ha in ufficio, ma il lavoro di architetto lo ama ed è costato sacrifici ai suoi farla studiare, per non parlare degli anni di tirocinio seguiti dopo la sua laurea, che non hanno fatto che accrescere l’enorme gratitudine che prova nei loro confronti. Buttare all’aria i suoi sacrifici e soprattutto i loro, non è contemplato nella sua mente. In più, vive da sola da quasi un anno, è fiera di non aver più bisogno dei suoi e spera di non dover tornare indietro.

 


Ho apprezzato molto l'idea dell'autrice di parlare e descrivere una tematica come questa, la figura della donna in ambiente lavorativo. Purtroppo è un tema molto attuale al giorno d'oggi, di cui si parla troppo poco. Il mobbing è una piaga sociale difficile da sradicare e la situazione peggiora notevolmente se l'oggetto delle vessazioni sono le donne. Ancora c'è gente che crede ed è convinta che la differenza di sesso conti qualcosa, questo accade molto più spesso di quanto pensiamo. Personalmente, ammiro l'autrice per aver narrato la storia di Bianca ed aver trattato questa tematica con efficacia e in maniera diretta, con un linguaggio scorrevole e curato, senza mai cadere nel banale.

 

 

Non riesce a smettere di pensare a quella ragazza. Chissà che cosa credeva di venire a fare. Le persone si fanno delle idee sulla vita degli altri, senza mai considerare il fatto che, se sembrano dure, è perché hanno affrontato situazioni che hanno imposto loro di formarsi una corazza, una sorta di protezione dal mondo esterno. Ecco perché nessuna cifra mai lo potrà convincere ad abbandonare il borgo.




L'avventura di Bianca si sposta sull'Appennino Emiliano, in un borgo solitario, dove vive il giovane Filippo. Egli è un ragazzo burbero e scontroso, non ama socializzare e ha deciso di allontanarsi dalla gente per vivere isolato e immerso nella natura, con l'unica compagnia del suo cane Tobia. La nostra protagonista prova in ogni modo a cercare di convincere il ragazzo a venderle il terreno, ma ogni tentativo è inutile e deludente: sembra che stia parlando con la pioggia, che continua a scrosciare dal cielo lasciandola bagnata fradicia ogni volta che si presenta a bussare alla porta di Filippo. Ce la farà la giovane nella sua titanica impresa? La aspetta il licenziamento, purtroppo, se non ci riesce...



<<Il problema è che avete troppe scelte. Quando mai avere scelte ha portato l’uomo a fare la cosa giusta? L’uomo dà il meglio di sé quando non ha altre vie d’uscita. È triste, ma è la realtà.>>



Rachele Crema ha creato una bella coppia di personaggi principali, l'uno l'opposto dell'altro: da una parte abbiamo la dolcezza, l'irruenza e la positività di Bianca, disposta a tutto pur di dimostrare ciò che vale come persona e come donna, dall'altra troviamo il carattere scontroso e taciturno di Filippo, che vuole vivere la sua vita indisturbato, senza cercare alcuna forma di socializzazione con altre persone. Sarà anche questo il caso in cui gli opposti si attraggono? Lo scoprirete solo leggendo!



A un certo punto si rende conto che vorrebbe rimanere qui. In questa casa, in questo bosco. Senza aspettarsi niente e senza che gli altri si aspettino niente da lei. Con lui, Filippo. Un uomo rude e tenero. Anche se forse le sarebbe ostile dopo neanche un giorno.

 



Dietro il silenzio di Filippo si nascondono in realtà molti segreti, frutto di un dolore insanabile che gli lacera l'anima. Ogni giorno che vive è una tortura per lui, ecco perché in passato ha deciso di isolarsi andando a vivere lontano da tutto e tutti, in un'abitazione immersa nel verde della natura, l'unica cosa in grado di donargli un pizzico di tranquillità. Bianca, allo stesso modo, non vive una situazione facile dal punto di vista lavorativo e tutto questo si riflette anche su sé stessa: sa benissimo che sottostare agli ordini del suo capo non è la scelta migliore, che dovrebbe ribellarsi e far valere i suoi diritti, ma così perderebbe il lavoro. E non è facile, di questi tempi, trovare un impiego, questo lo sa molto bene. Cosa succederà ai nostri protagonisti?

 

 

Ma la sua mente inizia a fare viaggi che non dovrebbe fare. E se decidessero lo stesso di portargli via quel posto e quella quiete? Come farà senza il suo equilibrio? La vita è ingiusta. Ti dà e ti toglie ciò che ami a suo piacimento. Filippo questo lo sa bene, ma accettarlo sta diventando sempre più difficile.

 



Un romanzo che ha il potere, nella sua autentica semplicità, di farti capire quali sono i valori importanti nella vita, che bisogna avere rispetto per sé stessi e per gli altri e, soprattutto, bisogna superare ogni ostacolo che ci si presenta davanti per essere pienamente felici. La vita è come ce la costruiamo noi, il tempo scorre e non vi è possibilità alcuna di recuperarlo, si può tentare soltanto di cambiare e modificare il corso degli eventi che accadono intorno a noi, per quanto ci è possibile, senza avere paura di sbagliare o di ciò che potrebbe accadere. Personalmente, è incredibile come un romanzo così breve abbia provocato in me sensazioni tanto forti: ho imparato da Bianca ad avere coraggio, a farmi spazio nella vita e a far valere i miei diritti, oltre che riprendere ad inseguire i miei sogni.



Si porta le mani al volto, ancora sconvolto. Gli costa molto ammetterlo, ma ha aspettato troppo a lungo prima di voltare pagina e, se aveva ancora dubbi dopo la chiacchierata con suo padre, con un sogno del genere gli sono andati via.




Questi sono quei romanzi che, come dico io, arrivano al momento giusto: evidentemente, questo era il momento giusto per me, per conoscere Bianca e lasciarmi ispirare da lei, riprendendo in mano la mia vita. E ho scoperto che, nonostante lo scorrere impietoso del tempo, è rimasto tutto come prima. Perché il rispetto è fondamentale, i sogni restano chiusi lì, nel cassetto in cui abbiamo deciso di abbandonarli. Ma non appena troviamo il coraggio di riaprirlo, eccoli lì, che tornano con la loro forza dirompente a farsi spazio nella nostra vita. Non finirò mai di ringraziare Rachele Crema per l'opportunità regalatami, per avermi fatto conoscere Bianca e Filippo e per avermi fatto tornare a credere in me stessa. Come dice il titolo stesso di questo splendido romanzo, forse era destino.



















 

 

 

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