Recensione: Io sono la Contessa. Matilde di Canossa: la vita di una delle più grandi donne della Storia - Cinzia Giorgio
maggio 24, 2024La storia di una delle più grandi figure femminili della storia, di cui si parla sempre troppo poco: Matilde di Canossa, guerriera dalla bellezza statuaria e dal fascino irresistibile. L'ultimo romanzo di Cinzia Giorgio parla proprio di lei, di questa donna dal grande coraggio, emancipata e indipendente, affascinante come poche, abile condottiera e stratega, con tumultuose passioni nascoste nell'animo.
Titolo: Io sono la Contessa. Matilde di
Canossa: la vita di una delle più grandi donne della Storia
Autore: Cinzia Giorgio
Genere: Romanzo storico
Editore: Newton Compton Editori
Tra i misteriosi segreti che si aggirano tra le mura della Biblioteca Apostolica Vaticana, una preziosa copia della Vita Mathildis, biografia ufficiale di Matilde di Canossa scritta da Donizone nel XII secolo, incontra la competenza e la curiosità di una studiosa tedesca, Demetra Fusselman. La professoressa viene convocata improvvisamente da una delle personalità più importanti del Vaticano, padre Cashford, direttore della Sezione Archivi e Scriptor Latinus, per una questione strettamente riservata e per cui è necessario recarsi a Roma di persona.
Cinzia Giorgio, attraverso l’espediente narrativo del manoscritto, è riuscita a incorniciare la vicenda di Matilde di Canossa all'interno dell'esperienza lavorativa della professoressa Fusselman, arricchita dall'alone di mistero che, da sempre, avvolge il Vaticano stesso. Una spessa e bianca coltre di nubi che nasconde una verità troppo a lungo taciuta, il compito di Demetra sarà quello di squarciare il misterioso e impalpabile velo di Maya che avvolge le vicende della famigerata Grancontessa, permettendo a tutto il mondo di conoscere fino in fondo la storia di un'abile stratega e condottiera ma, soprattutto, di una donna che, in sé, nasconde virtù e debolezze come qualunque altro essere umano.
Gutta cavat lapidem.
Come una piccola goccia è in grado, con lentezza e costanza, di scalfire la dura pietra, così il carattere forte e dinamico di Matilde viene forgiato dalle abili mani di sua madre e dal suo mentore Ildebrando di Soana, il quale ripone cieca fiducia nelle capacità di questa piccola grande donna che matura, giorno dopo giorno, nutrendosi di arte, cultura e bellezza. In lei convivono la forza e la predisposizione per la battaglia ereditata da suo padre Bonifacio, mitigata dalla dolcezza e dalla diplomazia materna. Una sorta di Giano bifronte, due facce della stessa medaglia che uniscono due qualità diametralmente opposte ma indispensabili l'una per l'altra che, insieme, hanno forgiato il carattere di una delle più grandi figure femminili della storia, di cui si parla sempre troppo poco.
"Non si era mai vista una bambina così incline alla guerra come allo studio. In acume e forza fisica superava infatti il legittimo erede di Bonifacio."
Una donna emancipata, che antepone la propria libertà al dovere che una brava moglie deve adempiere, rifiutandosi di sottostare e di soccombere per sempre a un matrimonio senza alcuna traccia di amore, quello che è stata costretta a stipulare col suo fratellastro Goffredo Il Gobbo, viscido arrivista per il quale nutre soltanto odio e disprezzo. L’amore è il sentimento che la Grancontessa è stata costretta a sacrificare più di tutti gli altri a favore dell’ambizione, che le ha permesso di creare un impero sempre più grande e ricco, che può godere della protezione del nuovo pontefice Gregorio VII, nonché suo mentore Ildebrando.
"Non solo non sarebbe mai più stata guidata da nessuno, voleva essere lei a usare gli uomini. Capiva di avere in mano un potere immenso e aveva intenzione di sfruttarlo a suo favore. Era ambiziosa, bellissima e senza scrupoli. Ne prese atto in quel momento, come una rivelazione. Avrebbe usato tutte le sue armi, pur di difendere il Papa e la sua terra. Avrebbe usato tutte le sue armi per conservare e tutelare ciò che era suo di diritto."
Matilde di Canossa affina le sue doti femminili come un'abile Circe ammaliatrice per ottenere i suoi scopi, non disdegnando di usare la forza bruta quando scende nel campo di battaglia. Una personalità complessa e sfaccettata, come un rubino dalle mille sfumature, rosso come il sangue che scorre in guerra e come le più tumultuose passioni dell'animo umano. Cinzia Giorgio è riuscita a dipingere un quadro perfetto di una delle più grandi strateghe e donne della storia, rendendola libera dal pregiudizio e dalle catene che un'epoca così lontana imponeva alle donne, a qualunque rango sociale appartenessero. E queste catene spezzate per raggiungere un'ideale sono la vera forza di Matilde, unite ad un coraggio e a una forza senza eguali.
Perché libertà è potere, per ogni donna, anche oggi. Ma la strada, ancora oggi, è molto lunga e chissà se lo sarà mai davvero fino in fondo.
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