Tre giorni di felicità, un numero per quantificare la durata di una vita. La storia del giovane Kusunoki, un romanzo in grado di far apprezzare al lettore la bellezza delle piccole cose, il profumo di un fiore, una fotografia scattata per caso. Una promessa fatta in un giorno lontano, all’età di dieci anni, che lega il protagonista alla sua compagna di classe Himeno, chissà se quelle parole si avvereranno oppure la vita riserverà altre sorprese…
Titolo: Tre giorni di felicità
Autore: Sugaru Miaki
Genere: Narrativa
Editore: Mondadori
Trama
Basta pochissimo tempo per dare un senso alla vita. Basta
conoscere l'amore. Kusunoki impara la lezione entrando in uno strano negozio
vuoto. «Benvenuto!» gli dice una ragazza con gli occhiali. Kusunoki ha bisogno
di soldi e gli hanno detto che lì è possibile vendere il tempo che ti resta in
cambio di una somma di denaro. Tutto considerato si può fare. Fino a quel
momento la vita del ragazzo è stata piuttosto anonima, nessuna passione
particolare, pochi obiettivi da raggiungere, nessuna soddisfazione. Kusunoki
non ci pensa due volte e cede i trent'anni che gli restano da vivere in cambio
di qualche spicciolo, tenendo per sé soltanto tre mesi, in cui Miyagi, la
ragazza che gestisce il negozio, dovrà seguirlo come osservatrice speciale per
assicurarsi che non faccia sciocchezze. Inizia così il conto alla rovescia, tre
mesi appena, eppure sufficienti perché Kusunoki impari ad apprezzare
l'importanza del tempo e l'intensità del presente, spingendosi a recuperare le
occasioni mancate, gli incontri perduti per pigrizia o egoismo: la compagna di
scuola che ha sempre avuto un posto speciale nel suo cuore, il ragazzo con cui
l'amicizia non è mai decollata, la passione per il disegno, abbandonata per
mancanza di impegno e motivazione. Tre mesi che prenderanno una piega
completamente inaspettata, in cui la vita, per la prima volta, si colora.
Grazie alla presenza di Miyagi, Kusunoki viene a contatto con il sentimento della
gentilezza e, negli ultimi tre giorni, dell'amore.
Una storia delicata e profonda, una grande lezione su cui
aleggia tutta la potenza della saggezza orientale.
Recensione
Cosa fareste se vi restassero da
vivere soltanto tre giorni? Come trascorrereste gli ultimi momenti della vostra
vita? Sareste davvero felici del percorso intrapreso, delle scelte che avete
fatto? Ci sarebbe qualcosa che, guardando indietro, vorreste cambiare? Se
almeno una volta nella vita vi siete posti queste domande, allora “Tre giorni
di felicità” è il libro che fa per voi: Sugaru Miaki ha dato voce alla
coscienza umana, affrontando tematiche importanti in modo preciso e delicato, senza
mai eccedere o cadere nel banale. La bellezza interiore di una persona, in
alcuni casi, è molto ben nascosta e può far fatica ad emergere, perché
influenzata e condizionata da un modo sbagliato di percepire il mondo. Guardando
tutto con occhi diversi, cambieremo anche noi, perché è la prospettiva in cui
osserviamo ciò che ci circonda a fare la differenza.
Kusunoki è un giovane
diciannovenne dal carattere schivo e silenzioso che non è ancora riuscito a
trovare il suo posto nel mondo. Fin da quando era piccolo non riusciva a
socializzare con i suoi coetanei e, ai tempi delle scuole elementari, viveva una
spiccata rivalità con la sua compagna di classe Himeno, una ragazza dolce e
timida, anche lei restia ad avere rapporti d’amicizia con gli altri. Entrambi
erano i migliori della classe, in continua competizione e questo contribuisce
paradossalmente a creare un particolare legame tra loro, fatto di piccole
scaramucce ma anche di protezione e affetto. Una promessa fatta in un giorno
lontano, seduti su una panchina, tra Kusunoki e Himeno: dopo dieci anni
sarebbero diventati qualcuno di importante, avrebbero raggiunto risultati
eccellenti e non sarebbero rimasti “come merce invenduta” a marcire su uno
scaffale.
Avrei dovuto esserne perfettamente cosciente, e invece pareva non riuscissi a togliermi di testa l’ingenua speranza che da un giorno all’altro il mondo mi avrebbe trattato con più gentilezza.
Vent’anni dopo, Kusunoki è ancora
lì e non ha realizzato la promessa fatta ad Himeno, almeno non del tutto: è
rimasto solo, ad aspettare la sua amica d’infanzia, verso cui, nel tempo, i
sentimenti sono cambiati radicalmente. Spera con tutto sé stesso di poterla
ritrovare, ma non ha il coraggio di tornare da lei: lui è un universitario squattrinato,
non è riuscito nell’impresa di eccellere, non ha mantenuto la sua parola, ma il
suo cuore è lì, fermo, a battere ancora per lei, come quel lontano giorno di
dieci anni prima. Basterà la purezza e l’importanza di un sentimento profondo
come l’amore a donargli la forza necessaria per ritrovarla? Oppure anche lei
avrà preso un’altra strada?
Nel vano tentativo di dare un
briciolo di significato alla sua vita e guadagnare qualche spicciolo, Kusunoki
decide di compiere un gesto avventato, dopo aver parlato con un vecchio signore,
proprietario di un negozio di libri. L’anziano gli propone di recarsi in un
negozio particolare, dove avrebbero potuto aiutarlo, fornendogli l’indirizzo: è
un luogo all’apparenza desolato e fatiscente, dove è possibile vendere qualcosa
di molto importante. Fortemente scosso e in preda alla confusione, il giovane
sente l’impulso di recarsi in questo posto, rappresentante l’ultima spiaggia
per lui: in questo negozio è possibile vendere un pezzo della propria vita, della
propria salute o del proprio tempo. Si può quantificare attraverso una somma di
denaro la vita di una persona?
Miyagi, la giovane impiegata del
negozio, aiuta Kusunoki a completare la transazione negli interessi dell’azienda
e così il giovane vende tutto il resto della propria vita, lasciandosi soltanto
gli ultimi tre mesi. Durante quest’ultimo arco di tempo, un osservatore dovrà
tenerlo sotto stretta sorveglianza, in modo che il cliente non faccia gesti
avventati e non rispetti il contratto firmato. Indovinate un po’ chi si trova
dinanzi alla porta di casa il nostro protagonista? Proprio lei, la bella
Miyagi, la ragazza dell’agenzia: è lei l’incaricata e dovrà controllarlo per
tutto il periodo che gli resta da vivere, molto da vicino…
Inizia per Kusunoki un percorso
alla ricerca di sé, alla scoperta del mondo che lo circonda e a cui lui stesso
non ha mai dedicato la giusta attenzione. Guardando la realtà con occhi
diversi, si rende conto di essere solo, di non aver mai perseguito un vero
obiettivo nella vita. Questo è dovuto alla durezza del suo carattere, al suo
modo di interagire con le persone e di rapportarsi alla società: capisce di non
avere neanche un amico a cui confidare un segreto, con cui parlare
semplicemente del più e del meno, non è legato a nessuno se non a sé stesso. Il
gelo della solitudine gli penetra nelle ossa, lo divora fin nelle viscere e Kusunoki
si rende conto che non è disposto a trascorrere gli ultimi mesi della sua vita
a piangersi addosso, vuole recuperare il tempo che ha venduto per poter
finalmente dire a sé stesso di aver vissuto. In cima alla lista delle cose da fare
c’è ritrovare Himeno, la dolce compagna di classe delle elementari, ma la vita
è imprevedibile… anche lei sarà rimasta sempre la stessa oppure le cose sono
cambiate radicalmente? E l’affetto che lo lega alla dolce Miyagi, che solo lui
è in grado di vedere, a cosa porterà?
Credo che il mio reale desiderio fosse rappresentato giusto dall’ultima riga. E cioè che quel bambino che ero stato io a dieci anni potesse vivere almeno un po’ più a lungo nel cuore di Himeno.
Un romanzo dal potere ipnotico e
ammaliante, in cui l’ambientazione realistica si contrappone all’elemento
surreale: il binomio antitetico vita-morte è onnipresente nel libro, ma l’autore
lo tratta in maniera dolce e delicata, donandogli un sapore dolceamaro. Un velo
di tristezza ricopre la vita di Kusunoki, un dolore che non ha mai affrontato e
che, grazie anche all’aiuto di Miyagi, imparerà ad accettare e a fare proprio,
apprezzando il valore delle piccole cose, della vita stessa, che non ha prezzo.
Bisogna amare il mondo per quello che è, socializzare, adattarsi e plasmarsi
insieme ad esso, solo così si potrà trovare il proprio posto, anche a pochi
giorni dalla morte.
Tre, considerato da molti il numero
perfetto, è anche la quantità degli ultimi giorni rimasti a Kusunoki per poter
provare ad essere finalmente felice. Lo deve a sé stesso, alla vita che ha
venduto, a Miyagi, al tempo che non gli verrà più restituito e gli
ultimi tre giorni di felicità devono essere indimenticabili. A tratti
malinconico, a tratti quasi umoristico, questo romanzo è un'altalena di
emozioni in contrasto tra loro: gioia e dolore, tristezza e felicità, buio e
luce, apertura e chiusura. Un cioccolatino dal sapore dolce
amaro, una tazza di tè con poco zucchero che, col suo calore e col suo profumo
inebriante, inonda tutta quanta la stanza, avvolgendo il lettore in una coperta
di emozioni intense e contrastanti. La tipica malinconia della letteratura
giapponese si intreccia alla gioia ritrovata dal protagonista, alla nuova luce
racchiusa nei suoi occhi, all’aver trovato il suo posto nel mondo. E voi, avete
già trovato il vostro?
Esisteva forse una forma più alta e pura di preghiera di un bel gesto senza significato?
Avete mai sentito dire: “Il tempo
è tiranno”? Questa frase esprime, in poche parole, la concezione che la maggior
parte di noi ha del tempo: è un’entità sfuggente a qualsiasi controllo, che
scorre via veloce, che diminuisce di secondo in secondo, scandita dal
ticchettio preciso e regolare di un orologio spietato che è la vita stessa. Ma
ciò che dovremmo imparare è che il tempo, prima di togliere, dona: regala sé
stesso e sta a noi sfruttare al meglio questo prezioso cofanetto, fatto di
minuti, ore, anni, che potrebbero finire da un momento all’altro. Kusunoki
riesce a capirlo e i giorni rimasti, anche se contati, saranno i migliori che
abbia mai vissuto. Un viaggio interiore alla ricerca di sé stessi, perché tutti
siamo destinati prima o poi ad aprire gli occhi e a svegliarci dal torpore in
cui siamo piombati: il mondo è un posto bellissimo, ogni giorno è un regalo e
dobbiamo viverlo al meglio.
- ottobre 04, 2022
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