Recensione: Il profumo delle foglie di limone – Clara Sànchez

gennaio 27, 2022

Un libro dal profumo intenso e al contempo delicato, aspro e pungente come la storia di Julián, dolce e impalpabile come il carattere impetuoso di Sandra, che inebria il lettore fin dalle prime pagine, trasportandolo in un meraviglioso connubio tra realtà storica e finzione, che si intrecciano mirabilmente tra loro, dando vita ad un romanzo dalla forza dirompente e con un'intensità emotiva senza precedenti.  

 

Titolo: Il profumo delle foglie di limone

Autore: Clara Sánchez

Genere: Narrativa 

Editore: Garzanti

 

Trama

 

Spagna, Costa Blanca. Il sole è ancora molto caldo nonostante sia già settembre inoltrato. Per le strade non c'è nessuno, e l'aria è pervasa da un intenso profumo di limoni che arriva fino al mare. È qui che Sandra, trentenne in crisi, ha cercato rifugio: non ha un lavoro, è in rotta con i genitori, è incinta di un uomo che non è sicura di amare. È confusa e si sente sola, ed è alla disperata ricerca di una bussola per la sua vita. Fino al giorno in cui non incontra occhi comprensivi e gentili: si tratta di Fredrik e Karin Christensen, una coppia di amabili vecchietti. Sono come i nonni che non ha mai avuto. Momento dopo momento, le regalano una tenera amicizia, le presentano persone affascinanti, come Alberto, e la accolgono nella grande villa circondata da splendidi fiori. Un paradiso. Ma in realtà si tratta dell'inferno. Perché Fredrik e Karin sono criminali nazisti. Si sono distinti per la loro ferocia e ora, dietro il loro sguardo pacifico, covano il sogno di ricominciare. Lo sa bene Julian, scampato al campo di concentramento di Mathausen, che da giorni segue i loro movimenti passo dopo passo. Ora, forse, può smascherarli e Sandra è l'unica in grado di aiutarlo. Non è facile convincerla della verità. Eppure, dopo un primo momento di incredulità, la donna comincia a guardarli con occhi diversi. Adesso Sandra l'ha capito: lei e il suo piccolo rischiano molto. Ma non importa. Perché tutti devono sapere. Perché ciò che è successo non cada nell'oblio.

 

 

Recensione

 

Avete presente quei libri che catturano immediatamente l’attenzione, sin da quando avviene il primo impatto con la copertina e il titolo? Bene, è quello che mi è successo qualche anno fa, quando ho letto il meraviglioso romanzo “Il profumo delle foglie di limone” della scrittrice spagnola Clara Sánchez. Attratta dal forte impatto visivo, ho iniziato a leggerlo e, fin dalle prime pagine, mi sono resa conto di quanto la storia narrata e le tematiche trattate mi hanno sorpreso, lasciandomi del tutto spiazzata. Ci si aspetterebbe un qualcosa di etereo, come il “profumo delle foglie di limone” di cui si parla nel titolo stesso, eppure questo libro ha una concretezza di base talmente forte ed emotivamente imponente che a tratti mi ha lasciato senza fiato. Argomenti come la persecuzione razziale e l’antisemitismo non devono mai essere trascurati o dimenticati, in ogni giorno dell’anno, per far sì che gli orrori accaduti in passato non si ripetano mai più in futuro.

 

"...Perché tutti devono sapere. Perché è impossibile restituire la vita alle vittime, ma si può almeno fare in modo tutto ciò che è successo non cada nell' oblio. E che il male non rimanga impunito."

 

La storia è narrata da due protagonisti, Sandra e Julián, due personaggi particolari, interessanti e ben delineati dall’autrice, che non potevano essere più diversi l’uno dall’altra. Due percorsi contrapposti, che il destino, nella sua fitta trama intricata, ha fatto incontrare senza previsione alcuna. Due personalità apparentemente in antitesi tra loro, l’una l’opposto dell’altra, accomunate alla base da una grande forza d’animo e determinazione nello scoprire la verità di un passato sepolto sotto strati di cenere dimenticata, sotto un silenzio che urla disperato per farsi sentire e venire fuori, riportando a galla gli orrori di un periodo storico tra i più bui e dolorosi della storia dell’umanità. Due facce della stessa medaglia, come la divinità latina Giano dalla duplice identità, che combatteranno per far emergere la verità e riscattare, almeno in parte, la memoria di chi ha perduto la vita a causa delle persecuzioni naziste.

 

Due generazioni a confronto, da una parte la giovinezza e la freschezza di Sandra, una trentenne costretta a fare i conti con sé stessa per le innumerevoli responsabilità che improvvisamente iniziano a gravare sulle sue spalle. Anello al naso, capelli spruzzati di rosso, un aspetto da ragazzina ribelle in contrasto con l’età che porta egregiamente: una donna che non è sicura di amare davvero il padre del bambino che porta in grembo e non si sente pronta a costruire una famiglia, assalita dai dubbi e dalle insicurezze. In alcuni frangenti, solo il mare può aiutare: la sua calma, l’infrangersi delle onde sugli scogli e l’impetuosità dell’acqua riflettono perfettamente lo stato d’animo di Sandra, in balia di emozioni contrastanti. Una perpetua confusione echeggia nella sua mente, si sente smarrita di fronte al peso di una vita che la sta schiacciando, giorno dopo giorno, opprimendo quel senso di libertà che tanto le è caro. Ma il destino ha in serbo per lei molte sorprese, che cambieranno radicalmente il suo modo di essere, di pensare e di reagire di fronte alle difficoltà.

 

“Forse quello che non mi avevano dato i legami di sangue me lo stava regalando il destino.”

 

Sandra si rifugia nella casa al mare della sorella, sulla Costa Blanca spagnola, per fare chiarezza coi propri sentimenti e rimettere ordine nella sua vita. La nostra protagonista, in preda ad un malore improvviso mentre si trova sulla spiaggia, incontra una coppia di anziani che vivono da quelle parti, Karin e Fredrik Christensen, i quali decidono di aiutarla e di prestarle soccorso. Ma i due coniugi non si fermano qui: sono gentili e premurosi nei confronti della ragazza, in questo periodo smarrita e vulnerabile, fino ad accoglierla in casa loro, la splendida Villa Sol, fornendole anche un lavoro. La giovane, inizialmente, è felice della piega che stanno prendendo gli eventi, è incuriosita dalla figura dei due anziani che l’hanno accolta a braccia aperte: sembra quasi che queste due persone siano i nonni che lei non ha mai avuto... ma sarà davvero così?

 

“Ci eravamo conosciuti da giovanissimi in quel corridoio stretto fra la vita e la morte che i credenti chiamano inferno e i non credenti pure. Aveva un nome, si chiamava, Mauthausen, e non riuscivo a immaginare che l'inferno potesse essere diverso o peggio di così.”

 

Dall’altra parte, in maniera quasi speculare, troviamo Julián, un anziano sopravvissuto agli orrori del campo di concentramento nazista di Mathausen. Esperienze terrificanti come queste segnano nel profondo, lasciano ferite insanabili nell’animo, ti marchiano a vita, impedendoti di ritornare a vedere anche il minimo barlume di speranza nel mondo e cancellando ogni minima traccia di felicità. Il sorriso dell’uomo si è spento definitivamente molti anni prima, quando ha subito sulla sua pelle il terrore, la paura della persecuzione, quando la morte gli bussava alle spalle in ogni momento, portandosi via tante persone a lui care. Se si sopravvive a queste esperienze non si è più come prima, è impossibile tornare a vedere la vita allo stesso modo, si va avanti ogni giorno quasi per inerzia, senza desideri o speranze in un futuro migliore. L’unico sentimento che Julian decide di alimentare è quello di vendetta: insieme ad altri sopravvissuti, tra cui il suo caro amico Salva, decide di dare la caccia ai nazisti ancora rimasti in circolazione, impuniti dalla legge, finché morte non lo separi da questa terra per lui tanto infame e dolorosa. Una colonia di questi nazisti vive proprio sulle coste spagnole, indisturbata, nel lusso e nelle ricchezze rubate molto tempo prima a persone innocenti, sterminandole senza alcuna pietà. Cosa farà il nostro protagonista per cercare di consegnarli alla giustizia?

 

“Il male non sa cosa sia il male finché qualcuno non gli strappa la maschera del bene.”

 

Un terremoto, destinato a scuotere fin dalle fondamenta le certezze della nostra Sandra, sta per abbattersi su di lei: il suo nome è proprio quello di Julián che, alimentato da sentimenti di rabbia e vendetta nei confronti dei nazisti, si è spinto fin sulle coste spagnole dove si trova la giovane ragazza, vittima ignara di un complotto arcano e misterioso nei suoi confronti e del suo innocente bambino che sta per venire al mondo. L’anziano le si avvicina, cerca di conquistarsi la sua fiducia aprendole gli occhi e mettendola in guardia: non è tutto oro ciò che è luce e, molto spesso, l’apparenza inganna e l’ingenuità espone al pericolo. Le fornisce elementi per poter verificare lei stessa che la gentilezza dei coniugi Christensen non è del tutto “disinteressata”, che le persone con cui vive non sono chi dicono di essere, ma che nascondono orrori nel loro passato di cui la giovane non ha la benché minima idea.

 

“A volte la gente non è quello che sembra.”

 

Sandra viene così a conoscenza di verità sepolte con un silenzio assordante, grida mute di persone innocenti che hanno perso la vita ingiustamente, in modo atroce e terrificante, nei campi di concentramento. Non solo Fredrik e Karin ne sono i responsabili: su quelle coste spagnole vi è un’intera “colonia” di questi nazisti spietati che continuano a vivere indisturbati, in ville lussuose, immersi in un vero e proprio paradiso, circondati dalla bellezza naturale del luogo. Loro continuano ad invecchiare, i loro crimini restano impuniti: come in una sorta di macabro ritratto di Dorian Gray, le loro anime malvagie imbruttiscono e il loro aspetto esteriore resta per lo più identico, vittima soltanto dello scorrere impietoso del tempo che loro stessi tentano di fermare in qualsiasi modo, con fantomatici “elisir dell’eterna giovinezza” e ricchezze immeritate, nell’illusione ovattata di vivere ancora in un passato per loro glorioso e sfavillante.

 

Sandra scopre orrori che non sapeva potessero esistere, si rende conto di essere circondata da veri e propri mostri di malvagità, che vanno fieri dei crimini e delle atrocità commesse. Oltre a milioni di persone innocenti che hanno perso la vita in passato, le vittime di questa storia, in questo momento, sono lei e il figlio che porta in grembo: deve proteggerlo a tutti i costi da questa terrificante realtà e decide di collaborare insieme a Julián per riportare a galla la verità troppo a lungo taciuta. Non sarà facile per i due protagonisti tener testa ad una colonia di nazisti e a tutto ciò che nascondono, ma ce la metteranno tutta per sconfiggerli e fare giustizia. Il romanzo prende una piega del tutto inaspettata, dalle sfumature flebili di un thriller psicologico e misterioso, con colpi di scena inaspettati e una trama ricca e avvincente. Il linguaggio di Clara Sánchez è scorrevole e piacevole, con un pizzico di ironia e una suspence ben dosata, che tengono alta l’attenzione del lettore per tutta la durata del romanzo. Ai tanti misteri che si infittiscono sempre di più, si mescola anche l’amore, che incornicia la trama di questo splendido libro arricchendolo e dandogli un valore aggiunto che si dimostrerà decisivo anche nella struttura dell’intreccio degli eventi.

 

“Se si aspetta qualcosa per tanto tempo e sembra che non debba mai arrivare, quando alla fine compare ti disorienta.”

 

Un romanzo da leggere, scorrevole e dallo stile curato e accattivante tipico della Sánchez, che riesce a tenere alta l’attenzione di chi legge fin dalle prime pagine. Ricordo di averlo letto in pochissimo tempo, l’ho letteralmente divorato, presa dalla curiosità e dallo scorrere degli eventi che si susseguivano nella trama. L’autrice parla di tematiche importanti, come gli orrori accaduti nel campo di concentramento di Mathausen e le persecuzioni naziste, in maniera diretta e senza troppi giri di parole, utilizzando sempre quella delicatezza che la contraddistingue. La scrittrice riesce a mescolare elementi storici ad altri che sono frutto della fantasia in maniera encomiabile, ottenendo un risultato credibile e fortemente realistico. Un libro che consiglio a chi ha voglia di leggere, di riflettere e di immergersi tra le pagine di un romanzo che profuma di storia, di amore e di mistero, leggero e impalpabile come una brezza estiva che smuove delicatamente le foglie di un albero di limone, come dice il titolo stesso, sprigionandone la potente fragranza che si libra nell’aria, inebriando il lettore e lasciandolo immerso in questo dolce profumo per molto, molto tempo.
















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