Borgo Destino, un libro in cui già nel titolo stesso è insito il significato di un concetto astratto, intangibile ma ben preciso: il destino. Il destino che fa incrociare due percorsi opposti, quello di Bianca e Filippo, senza previsione alcuna, con l'intento di guidare i loro passi in una determinata direzione, quella della crescita personale e del superamento delle difficoltà. Il tutto incorniciato da un sentimento d’amore che pervade il lettore fin dal principio, scaldando il cuore e alleviando i tormenti dell’anima.
Titolo: Borgo
Destino
Autore: Rachele Crema
Genere: Narrativa
Editore:
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Trama
Filippo vive da anni in un borgo ormai disabitato
sull’appennino emiliano, isolato dal resto del mondo e in equilibrio perfetto
con la natura. La felicità, quella vera, l’ha provata e sa di non poterla avere
più indietro… Inutile tentare, inutile rimettersi in gioco, tutto ciò di cui ha
bisogno sono i suoi boschi, il suo cane, Vivere alla giornata. Sopravvivere,
giorno dopo giorno. Per questo non è affatto contento che la sua routine venga
interrotta da Bianca, giovane architetto di Modena che, con tutta la sua
innocenza e fragilità, gli propone di acquistare il suo borgo per trasformarlo
in un grande albergo. Ma anche Bianca ha bisogno di un riscatto. Quel lavoro lo
deve portare a termine se non vuole essere licenziata, e magari avere
quell’avanzamento di carriera che nel suo ufficio, misogino e maschilista,
sembra essere riservato solo ai colleghi uomini. È stanca di una vita di
fotocopie e caffè, e quella del borgo è la sua grande occasione…
Una sfida
che però sembra già persa in partenza quando si trova davanti il rifiuto categorico
di Filippo. Ma a quel punto dovrà anche chiedersi quali siano le battaglie per
cui valga davvero la pena lottare. E forse la più importante di tutte è quella
più inaspettata, quella che il destino ha scelto per il suo cuore.
Recensione
In passato, nel periodo in cui avevo
appena aperto il mio profilo su Instagram e il blog, vedevo spesso la copertina
di questo libro nei post degli altri utenti. Non so perché, ma già mi attirava.
Avete presente quando un romanzo vi colpisce immediatamente, senza comprenderne il motivo? È come se vi chiamasse, in qualche modo, ancor prima che voi lo abbiate
letto. Quando la scrittrice Rachele Crema mi ha scritto chiedendomi di
recensirlo, per me è stato come se fosse un segno del destino. Proprio come il
titolo di questo splendido libro, Borgo Destino. Leggendo la mia recensione, ne
capirete il perché...
Bianca, giovane trentenne, svolge l'attività di architetto in uno studio
privato, in cui purtroppo non viene trattata bene. Indovinate perché? Perché è
una donna. Secondo le convinzioni maschiliste del suo capo, le donne non
possono svolgere mestieri come questo, perché non riusciranno ad ottenere mai
dei risultati come quelli degli uomini. Vi chiederete che sciocchezze sono
queste, nel ventunesimo secolo, ma per la nostra protagonista è l'amara realtà
lavorativa in cui vive. Ma non finisce qui, la ragazza subisce forti pressioni
psicologiche da parte degli altri colleghi e non riesce ad opporsi a tutto
questo: la paura di perdere il lavoro e deludere così i suoi genitori la
tengono inchiodata lì, in quell'ufficio, a sopportare trattamenti ingiusti e
meschini solo per il suo essere donna. Ma il suo capo ha in mente una grande
sorpresa per lei: per metterla ancora più a suo agio (in realtà per spingerla a
licenziarsi, ricattandola indirettamente), le chiede di recarsi un luogo sperduto, per convincere un cliente difficile a cedere la
sua abitazione, così che l'azienda possa costruire liberamente su quel terreno.
Se non riesce nell'impresa, sarà licenziata. È la sua grande
occasione per dimostrare che vale qualcosa o, in realtà, è già tutto deciso?
È stanca della situazione che ha in ufficio, ma il lavoro di architetto lo ama ed è costato sacrifici ai suoi farla studiare, per non parlare degli anni di tirocinio seguiti dopo la sua laurea, che non hanno fatto che accrescere l’enorme gratitudine che prova nei loro confronti. Buttare all’aria i suoi sacrifici e soprattutto i loro, non è contemplato nella sua mente. In più, vive da sola da quasi un anno, è fiera di non aver più bisogno dei suoi e spera di non dover tornare indietro.
Ho apprezzato molto l'idea dell'autrice di parlare e descrivere una tematica
come questa, la figura della donna in ambiente lavorativo. Purtroppo è un tema molto attuale al giorno d'oggi, di cui si parla troppo poco. Il
mobbing è una piaga sociale difficile da sradicare e la situazione peggiora
notevolmente se l'oggetto delle vessazioni sono le donne. Ancora c'è gente che
crede ed è convinta che la differenza di sesso conti qualcosa, questo accade
molto più spesso di quanto pensiamo. Personalmente, ammiro l'autrice per aver
narrato la storia di Bianca ed aver trattato questa tematica con efficacia e in
maniera diretta, con un linguaggio scorrevole e curato, senza mai cadere nel
banale.
Non riesce a smettere di pensare a quella ragazza. Chissà che cosa credeva di venire a fare. Le persone si fanno delle idee sulla vita degli altri, senza mai considerare il fatto che, se sembrano dure, è perché hanno affrontato situazioni che hanno imposto loro di formarsi una corazza, una sorta di protezione dal mondo esterno. Ecco perché nessuna cifra mai lo potrà convincere ad abbandonare il borgo.
L'avventura di Bianca si sposta sull'Appennino Emiliano, in un borgo solitario, dove vive il giovane Filippo. Egli è un ragazzo burbero e scontroso,
non ama socializzare e ha deciso di allontanarsi dalla gente per vivere isolato e
immerso nella natura, con l'unica compagnia del suo cane Tobia. La nostra
protagonista prova in ogni modo a cercare di convincere il ragazzo a venderle
il terreno, ma ogni tentativo è inutile e deludente: sembra che stia parlando
con la pioggia, che continua a scrosciare dal cielo lasciandola bagnata
fradicia ogni volta che si presenta a bussare alla porta di Filippo. Ce la farà
la giovane nella sua titanica impresa? La aspetta il licenziamento, purtroppo,
se non ci riesce...
<<Il problema è che avete troppe scelte. Quando mai avere scelte ha portato l’uomo a fare la cosa giusta? L’uomo dà il meglio di sé quando non ha altre vie d’uscita. È triste, ma è la realtà.>>
Rachele Crema ha creato una bella coppia di personaggi principali, l'uno
l'opposto dell'altro: da una parte abbiamo la dolcezza, l'irruenza e la
positività di Bianca, disposta a tutto pur di dimostrare ciò che vale come
persona e come donna, dall'altra troviamo il carattere scontroso e taciturno di
Filippo, che vuole vivere la sua vita indisturbato, senza cercare alcuna forma
di socializzazione con altre persone. Sarà anche questo il caso in cui gli
opposti si attraggono? Lo scoprirete solo leggendo!
A un certo punto si rende conto che vorrebbe rimanere qui. In questa casa, in questo bosco. Senza aspettarsi niente e senza che gli altri si aspettino niente da lei. Con lui, Filippo. Un uomo rude e tenero. Anche se forse le sarebbe ostile dopo neanche un giorno.
Dietro il silenzio di Filippo si nascondono in realtà molti segreti, frutto di
un dolore insanabile che gli lacera l'anima. Ogni giorno che vive è una tortura
per lui, ecco perché in passato ha deciso di isolarsi andando a vivere lontano
da tutto e tutti, in un'abitazione immersa nel verde della natura, l'unica cosa
in grado di donargli un pizzico di tranquillità. Bianca, allo stesso modo, non
vive una situazione facile dal punto di vista lavorativo e tutto questo si riflette anche su sé
stessa: sa benissimo che sottostare agli ordini del suo capo non è la scelta
migliore, che dovrebbe ribellarsi e far valere i suoi diritti, ma così
perderebbe il lavoro. E non è facile, di questi tempi, trovare un impiego,
questo lo sa molto bene. Cosa succederà ai nostri protagonisti?
Ma la sua mente inizia a fare viaggi che non dovrebbe fare. E se decidessero lo stesso di portargli via quel posto e quella quiete? Come farà senza il suo equilibrio? La vita è ingiusta. Ti dà e ti toglie ciò che ami a suo piacimento. Filippo questo lo sa bene, ma accettarlo sta diventando sempre più difficile.
Un romanzo che ha il potere, nella sua autentica semplicità, di farti capire
quali sono i valori importanti nella vita, che bisogna avere rispetto per sé
stessi e per gli altri e, soprattutto, bisogna superare ogni ostacolo che ci si
presenta davanti per essere pienamente felici. La vita è come ce la costruiamo
noi, il tempo scorre e non vi è possibilità alcuna di recuperarlo, si può
tentare soltanto di cambiare e modificare il corso degli eventi che accadono
intorno a noi, per quanto ci è possibile, senza avere paura di sbagliare o di
ciò che potrebbe accadere. Personalmente, è incredibile come un romanzo così breve abbia
provocato in me sensazioni tanto forti: ho imparato da Bianca ad avere
coraggio, a farmi spazio nella vita e a far valere i miei diritti, oltre che
riprendere ad inseguire i miei sogni.
Si porta le mani al volto, ancora sconvolto. Gli costa molto ammetterlo, ma ha aspettato troppo a lungo prima di voltare pagina e, se aveva ancora dubbi dopo la chiacchierata con suo padre, con un sogno del genere gli sono andati via.
Questi sono quei romanzi che, come dico io, arrivano al momento giusto:
evidentemente, questo era il momento giusto per me, per conoscere Bianca e
lasciarmi ispirare da lei, riprendendo in mano la mia vita. E ho scoperto che,
nonostante lo scorrere impietoso del tempo, è rimasto tutto come prima. Perché
il rispetto è fondamentale, i sogni restano chiusi lì, nel cassetto in cui
abbiamo deciso di abbandonarli. Ma non appena troviamo il coraggio
di riaprirlo, eccoli lì, che tornano con la loro forza dirompente a farsi
spazio nella nostra vita. Non finirò mai di ringraziare Rachele Crema per
l'opportunità regalatami, per avermi fatto conoscere Bianca e Filippo e per
avermi fatto tornare a credere in me stessa. Come dice il titolo stesso di
questo splendido romanzo, forse era destino.
- gennaio 31, 2022
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