Recensione: L’universo dentro – Osvaldo Risiglione

marzo 31, 2022

Un romanzo insolito, intenso ed originale come pochi, dalla scrittura fluida e particolarmente incisiva: immediato nel suscitare emozioni, come fosse un immenso copione teatrale che coinvolge il lettore facendolo sentire parte integrante del racconto, permettendogli di identificarsi nella quotidianità e nell'imprevedibilità di ogni evento di ogni evento descritto, che fa parte della vita stessa.  

 

Titolo: L’universo dentro
Autore: Osvaldo Risiglione
Genere: Narrativa
Editore: Bookabook

 

 

Trama

Quando ogni forma di vita raggiunge il suo massimo grado di evoluzione, l’universo deve essere distrutto e poi ricreato. I Saggi dell’Universo indicono quindi un banchetto per mettere alla prova ed educare i futuri Sapiens, così da poter scegliere due degni successori che possano ricreare la vita con un gesto d’amore immenso.

Nel frattempo sulla Terra si verificano eventi strani e tutto sembra interrompersi sul più bello; due ragazzi, però, sono seduti su una panchina e stanno per baciarsi…

 

 

Recensione

 

Un bacio è un gesto preciso che racchiude in pochissimi minuti le personalità di due individui. Non solo, proprio nel momento in cui quei due ragazzi decidono di stringere la loro vita in un abbraccio il mondo che li circonda sceglie di ignorarli, continuando a scorrere come se nulla fosse.

 

Pochi sono i romanzi così brevi ed intensi che ho letto e questo libro vi rientra a pieno titolo. “L’universo dentro” di Osvaldo Risiglione è un romanzo originale, insolito, per alcuni versi oserei dire “strano” e a tratti “folle”, aggettivi entrambi utilizzati nella loro accezione migliore. Immergendovi nella lettura, vi troverete catapultati quasi in un sogno, un sogno estremamente vivido e reale, che unisce la dimensione onirica alla realtà di ognuno di noi. Il tutto parte in maniera abbastanza semplice e tranquilla: due giovani ragazzi, seduti su una panchina, che stanno per baciarsi… fin qui niente di strano, direte voi, ma continuando la lettura, vedrete che alla loro storia se ne intrecciano molte altre, in maniera tanto originale quanto improvvisa e inaspettata. Ogni pagina che girerete sarà un’emozione diversa, sempre in bilico di un’attesa, di un momento che tarderà ad arrivare così come si tende all’infinito, stuzzicando la curiosità del lettore e portandolo a porsi delle domande per spiegarsi ciò che sta realmente accadendo. Domande a cui, inizialmente, non sarà facile trovare risposta…

 

Spezzetterò quel bacio in tre parti, lascerò prima fluire i pensieri del ragazzo, poi quelli della ragazza e alla fine lascerò che accada. Tre atti dentro cui incastonerò le mie piccole storie. Un buon espediente per sintetizzare la brevità temporale dentro cui narrerò la simultaneità di un’umanità a volte troppo distratta.

 

Frammenti di vita quotidiana appartenenti a persone diverse, provenienti da vite diverse, storie uniche ed originali che si intrecciano tra loro senza una motivazione apparente. Situazioni ed eventi che possono accadere a tutti, narrati dallo scrittore in maniera concisa, lineare e molto intensa: poche parole per esprimere concetti e storie profonde, che sanno di vissuto, impregnate di passione e sentimento, che restano sospese in bilico senza un’apparente risoluzione, lasciando il lettore con un senso di vuoto da colmare, con una sete che sente il bisogno di saziare, pagina dopo pagina.

 

I piatti saranno tre, così come le portate. Dovranno essere in ceramica, fragili, perché si possa vincere la paura della rottura, ma capienti dato che il timore alimenta la fame e il coraggio richiede sazietà. Li voglio disposti uno sopra l’altro, dal più grande al più piccolo, come fossero un percorso la cui fine non tiene conto degli spazi ma solo del sapore.

 

Fotogrammi di vite che si interrompono improvvisamente, inquadrati all’interno di un copione teatrale dai toni intensi e drammatici. Ogni avvenimento viene messo a nudo, nella sua natura più profonda, come accade su un immenso palcoscenico, illuminato da un “occhio di bue” che pone l’attenzione su ogni personaggio, sfuggente e singolare al tempo stesso, con un ruolo apparentemente indefinito all’interno della storia, ma in realtà profondamente legato allo sviluppo della vicenda. Ogni descrizione inizia con la presentazione dello spazio e del luogo descritto, dando un quadro completo del personaggio e del momento in cui si svolge l’azione. Poche parole per descrivere un momento, un attimo fugace che resta sospeso nel tempo senza un’apparente spiegazione.

 

Quando si vuole qualcosa bisogna inseguirla, tentare di afferrarla, sentirla scivolare tra le dita e ricominciare. Viceversa, quando non la si vuole, fuggire può rivelarsi un gesto estremamente coraggioso. Ci saranno sgambetti, spintoni, graffi, e alla fine chi saprà scusarsi riderà forte. Lo garantisco.

 

I Saggi dell’Universo osservano con attenzione, da un punto di vista privilegiato e “superiore”, ciò che accade agli uomini, ai Sapiens: con il loro intelletto, con la loro innata saggezza, si elevano a figure impalpabili e “super partes” che si interrogano e si pongono domande sulla natura dell’uomo e dell’universo stesso. Un banchetto di sapienza che va assaporato a poco a poco, a piccoli bocconi, per saziare la curiosità del lettore. Non vi è un ordine preciso in cui gli eventi vengono narrati, ma nell’apparente “confusione” che ne potrebbe risultare, io vi ho trovato un motivo ben preciso: l’autore vuole trasmettere e sottolineare quel senso di precarietà che anticipa l’attimo in cui tutto finisce, in cui tutto si ferma improvvisamente e il futuro diventa il presente. Non si sa cosa accadrà, è questo sentimento di incertezza che unisce alla base ogni frammento che viene raccontato, nell’attesa dell’epilogo finale.

 

Eppure è così grande ilo tempo. Tutto nell’universo è accaduto perché un giorno qualsiasi, di un dicembre qualsiasi, su questa panchina io e lei fossimo un unico gesto. Quanto è costato al mondo questo istante? E quanto costerà?

 

Ho divorato questo romanzo in pochissimo tempo, data anche la brevità e il numero di pagine. Ma ciò non significa che sia un libro semplice, lo definirei più un concentrato di emozioni, di passioni, un flusso di coscienza e di pensieri che culmina in un exploit finale inaspettato e dal forte impatto emotivo. L’ho trovato originale, ben scritto, piacevole e molto scorrevole, con un linguaggio chiaro e semplice, che colpisce per la sua immediatezza. Alla fine, tutto ritorna alle origini, alla situazione iniziale, ai due ragazzi che stanno per baciarsi sulla panchina, come un immenso cerchio della vita che si richiude in sé stesso, esplodendo nel finale e lasciando un senso di piacevole leggerezza e quasi di “smarrimento”. Cala il sipario, l’opera teatrale è finita e si spengono le luci, il romanzo è terminato, il lettore può chiudere il libro con una ricchezza in più: quella di aver appreso che la condizione umana è instabile e precaria, che tutto può accadere da un momento all’altro, che tutto è in continua e costante evoluzione, che anche un semplice bacio su una panchina può essere l’inizio di una piccola grande storia, che ha in sé molto da raccontare.












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