Recensione: EX - PERIENCE Siamo fatti della stessa sostanza dei nostri ex - Elena Lo Muzio

maggio 31, 2022

Un libro allegro, divertente e frizzante, dal fascino intrigante e magnetico, che fa riflettere attraverso l’ironia e il sorriso. La storia di Monia, giovane artista di grido, alle prese con un nuovo progetto artistico che lascerà tutti senza fiato… lettore compreso! Cosa ci fanno i suoi ex tutti insieme, in sua presenza? Una lettura rilassante, estremamente piacevole, adatta a chi cerca un romanzo brioso e spumeggiante, da leggere assolutamente.

 

Titolo: EX-PERIENCE – Siamo fatti della stessa sostanza dei nostri ex
Autore: Elena Lo Muzio
Genere: Narrativa
Editore: Bookabook

 

Trama

 

Perché le relazioni ci formano. Siamo fatti della stessa sostanza dei nostri ex.

 

In una Milano quasi primaverile, Monia Ring, artista concettuale di spicco, dopo aver vinto un premio prestigioso, si prepara per una nuova performance; una prova cruciale, che la consacrerà tra i grandissimi o la farà cadere nell’oblio.

L’idea le appare come un lampo: coinvolgere nel progetto i suoi ex, ovvero un attore vanesio, uno scultore ombroso, un chitarrista narcisista che ha mollato tutto per entrare in convento, e un noto scrittore. Riuscirà Monia a conciliare i loro temperamenti e a realizzare la sua opera? E come la prenderà Libero, il suo nuovo fidanzato?

Una commedia ricca di humour e sentimento, una storia di legami vecchi e nuovi, in cui si esplora ciò che resta di una relazione. Come quando Marina Abramović e Ulay si sono incontrati al MoMa di New York; una scossa che può diventare arte.

 

Recensione

 

Il titolo di questo libro già parla da solo, non c’è molto da spiegare: “EX-PERIENCE - Siamo fatti della stessa sostanza dei nostri ex”. Sarà davvero così? Non storcete il naso, già vi vedo… e non fatemi ripetere la solita frase: “Non è come sembra”. Questo romanzo è diverso, non è la classica storia che parla semplicemente di ex fidanzati e storie finite male, condite di amarezza e un pizzico di rancore. Elena Lo Muzio ha un progetto ben diverso per noi lettori: un libro divertente e originale come pochi, ricco di colpi di scena e momenti esilaranti, in cui sono presenti gli ex della protagonista, ma non come ci aspetteremmo noi. Curiosi? Continuate a leggere!

 

Monia è un’artista di grido, eccentrica e spumeggiante, la quale ha appena vinto un premio prestigiosissimo a livello internazionale e mondiale per l’arte contemporanea: il cosiddetto PUFFA (Perform Unic Fabulous Free Artist, è un acronimo, cosa mai avete pensato!). Quella notte ad Helsinki non la dimenticherà mai: il raggiungimento e il coronamento di un sogno da lei inseguito per tutta la vita, improvvisamente realizzato davanti ai suoi occhi. Una platea che la applaude e la acclama, gridando a gran voce il suo nome… sembra quasi la notte degli Oscar! Ora Monia Ring è entrata di diritto a far parte dell’Olimpo dei grandi, finalmente è arrivata all’apice della sua carriera e dal punto di vista professionale si sente pienamente realizzata. Cosa desiderare di più?

 

“The winner is… Monia Ring!”

Per qualche secondo sono rimasta ferma ad aspettare che la vincitrice si alzasse e andasse a ritirare il premio; poi Sara mi ha scosso: <<Sei tu, alzati! Muoviti!>> Ho attraversato la platea come in trance, tra gli applausi di colleghi, critici, giornalisti. Applausi per me. Jon Hans Mornier, il presidente della giuria, mi ha consegnato il premio; io l’ho sollevato e in quel preciso istante ero la donna più felice dell’universo: la consacrazione di anni di lavoro, un grande obiettivo raggiunto, la mia arte riconosciuta.

 

Vi starete chiedendo sicuramente cosa mai potrebbe andare storto in una storia iniziata così bene, eppure vi è un piccolissimo problema: la nostra protagonista ha raggiunto un alto livello di fama e notorietà nel mondo dell’arte che deve essere però in grado di mantenere. Dopo la vincita di un premio così prestigioso, molti altri artisti si sono persi, non hanno saputo sfruttare al meglio l’occasione, lasciandosi cullare dalla fama e dalla gloria, effimere compagne che possono distrarre e portare su un’altra strada, facendo perdere di vista il vero obiettivo del lavoro.

 

Nei momenti di crisi prego Marina Abramović. Ho cominciato il primo anno di accademia: fissavo la sua fotografia appesa al muro e speravo che mi desse la forza di superare gli esami.

 

Monia non sa davvero come fare per tenere alta la stima nei suoi confronti: si sente come al centro di un immenso palcoscenico, illuminata da un gigantesco occhio di bue che la pone ancora di più sotto l’attenzione di tutti, facendola sentire vulnerabile, piccola e indifesa di fronte a un riconoscimento così importante. Poi, come se non bastasse, l’immagine di Marina Abramović continua ad affollare i suoi pensieri, mettendola in crisi e facendola impazzire ogni giorno che passa. Senza tener conto dell’ingombrante presenza del professore Dario Nuccin, il quale ripone molte speranze in lei e cerca di starle fin troppo vicino... Ce la farà la nostra performing artist a creare un progetto originale, all’altezza del premio che ha vinto?

 

Adesso la prego chiudendo gli occhi; mi appare nella mente e se ne sta lì, come una bambola o uno di quegli assistenti virtuali di Office 97. La invoco così spesso che rotea le orbite scocciata. Dammi un’idea, Marina, dammi un’idea, dammi un’idea, ti prego, ti prego, ti prego. Lei sbuffa e non dice nulla, batte un piede per terra e mi fa sciò con la mano.

 

L’illuminazione avviene una sera, in un locale, grazie alla sua migliore amica Sara che ha deciso di scrollarla un po’ dal guscio in cui si è rinchiusa e di farle riprendere il contatto con la realtà (grazie, Sara, per averla salvata da sé stessa!). Suona un gruppo di musica jazz e, tra una nota e l’altra, Monia finisce per flirtare con il bellissimo contrabbassista del gruppo, un certo Libero, dal sorriso caldo e affascinante. Chissà se potrà mai esserci qualcosa tra loro, in futuro…  

 

Stasera, però, ho trovato un motivo per rimanere sveglia: il contrabbassista. È davvero molto carino. Ogni tanto si volta verso di me e mi sorride. O almeno così mi sembra. I vincitori falliti del PUFFA scappano dalla mia testa per lasciare spazio a pensieri a luci rosse e festini ormonali. Perfino Marina tace, affascinata da tanta passione.

 

La rivelazione è confermata, nella testa della protagonista, dalla sua amata Marina che le urla a gran voce: “Yes!”. Finalmente l’idea inizia a prendere forma, il progetto è unico nel suo genere e la nostra artista ne è entusiasta: ognuno dei suoi ex fidanzati ha lasciato in lei un “qualcosa” di irrisolto, un piccolo lato del carattere che è andato ad arricchire il suo, una sorta di “amore finito” che va oltre l’attrazione stessa. È proprio questo che vuole descrivere, ciò che i suoi ex ragazzi le hanno lasciato, ciò che è entrato a far parte della sua personalità, integrandola ed arricchendola, incastrandosi perfettamente alla sua anima.

 

<<Siamo fatti della stessa sostanza dei nostri ex. Ogni relazione sentimentale che abbiamo vissuto, ogni incontro, ogni amore platonico ci ha formati, facendoci diventare ciò che siamo. Queste persone sono rimaste dentro di noi ed è rimasto quello che abbiamo vissuto insieme a loro.>>

 

Bene, ora arriva il bello: Monia deve contattare tutti gli ex che ha deciso di coinvolgere nel progetto… impresa mica facile! Mettetevi nei panni dei ragazzi in questione: essere contattati dalla propria ex fidanzata per prendere parte a un ipotetico progetto artistico fa un po’ strano, non è una proposta che capita tutti i giorni! Ma le sfide vanno accettate, sono il sale della vita e bisogna affrontare tutto con coraggio e un pizzico di ironia, proprio come la nostra amata protagonista.

 

<<In parallelo scriverò un “catalogo delle relazioni”, un’opera globale che parlerà delle storie d’amore archetipiche e per questo formative, il titolo sarà Ex-perience.>>

 

E ora, cercate voi lettori di immaginare cosa mai potrebbe succedere riunendo alcuni dei vostri ex fidanzati per creare una monumentale opera d’arte, dal significato metaforico ben preciso: una storia finita cosa ci ha lasciato dentro? So già che puzza di catastrofe, ma l’intento di Monia è quello di aiutarci a non voltarci indietro e ricadere nelle tentazioni, unito anche a un modo eccellente e originale per guardare nella nostra anima, auto-analizzarci e capire cosa ci ha lasciato una determinata esperienza. Ogni evento importante ci segna, è inevitabile, sta a noi cercare di mantenere il controllo e non ripiombare negli errori commessi in passato…

 

Entrambi si avvicinano per baciarmi sulla guancia. Contemporaneamente. Si bloccano, si guardano per qualche istante – Marina appare fischiettando il tema di Il buono, il brutto, il cattivo -, Rodrigo fa un cenno a Stefano e si sposta per permettergli di baciarmi (guancia destra), poi si avvicina e mi dà il suo bacio (guancia sinistra). Io ho ancora il sorriso tirato di quando ho salutato Andrea; non so bene quando riuscirò a togliermelo dalla faccia.

Rimango da sola.

You’re in the shit, Lady, dice Marina.

Come darle torto?

 

Di tentazioni la nostra Monia ne riceverà parecchie, incontrando i suoi ex, primo fra tutti Stefano, l’unica persona con cui è arrivata a un passo dal matrimonio e che ora è lì davanti a lei, come elemento imprescindibile di una surreale opera d’arte, frutto del suo estro da artista. Monia e Stefano sembrano aver riacquistato serenità e fiducia in loro stessi, il rapporto sta prendendo una piega diversa e finalmente stanno risolvendo ciò che in passato li ha spinti ad allontanarsi. Ma sarà davvero così? Su tutto questo aleggia la presenza di Libero, il contrabbassista, di cui la nostra artista si è perdutamente innamorata… e anche il fantasma di Rodrigo (Hola, Querida!), dell’ex musicista Andrea, ora ritiratosi a vita monastica dopo essere scomparso come Houdini, del suo migliore amico Luciano, ora sposato e con una famiglia a carico. Insomma, ce n’è per tutti i gusti! Cosa succederà?

 

Le cose che restano hanno il sapore del caffè che rimane sulle labbra, e che ritrovi ore dopo. Una piccola sorpresa, un frammento di ricordo. Come se la memoria…

 

La splendida penna di Elena Lo Muzio scivola delicata nell’animo della protagonista e degli altri personaggi, descrivendoli con delicatezza, eleganza e un pizzico di ironia, dosata nella maniera giusta per dare alla storia quella carica in più, rendendola romantica e al tempo stesso divertente. Non è facile trovare un libro che racchiuda in sé tutte queste caratteristiche: le sensazioni che ho provato durante la lettura sono state molteplici, un caleidoscopio di emozioni che mi ha portata a sorridere e a riflettere anche su me stessa. Il linguaggio è fluido e curato, ogni pagina scorre via in modo piacevole e leggero, come sfogliata da un soffio di vento che la accarezza lieve, donandole una freschezza e una vivacità che pochi romanzi possiedono.

 

Non permettere a nessuno di sminuire il tuo lavoro, Monia.

 

L’autrice ci porta a riflettere sulla nostra vita attraverso la figura della protagonista: c’è un po’ di Monia in ognuno di noi, nelle sue insicurezze, nel modo così particolare e intenso di vivere la vita, nei suoi ragionamenti apparentemente buffi e sconclusionati, che in realtà sono frutto di un pensiero ben preciso. Impossibile non affezionarsi alla nostra performing artist, una sorta di “Bridget Jones” moderna e originale, dal cuore immenso e gentile, sempre pronta ad aiutare la sua migliore amica Sara e offrirle una spalla su cui piangere, oltre che donarle un sorriso. Un romanzo allegro, divertente e originale, romantico al punto giusto, come un calice di bollicine frizzanti che solletica il palato, fresco e dissetante, da leggere in queste splendide giornate d’inizio estate.















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