Recensione: Le vicende di SinVille – L. S. Cira
maggio 03, 2022Un romanzo breve ed intenso,
ricco di emozioni e fortemente introspettivo. Racconti di narrastorie che si
intrecciano ad avvenimenti singolari e al percorso del protagonista, smarrito
nei meandri della misteriosa città di SinVille, in cui l’arte, in ogni sua
forma, è proibita. L’unico luogo in cui gli artisti possono esprimersi è il
tendone del Grande Circo, al centro della città, dove ogni persona mira ad
arrivare per potersi sentire finalmente libera.
Titolo: Le vicende di SinVille
Autore: L. S. Cira
Editore: Self Publishing
Genere: Narrativa
Recensione
Era notte tarda e avevo smarrito la strada. Era la prima volta che mi accadeva. Anche se ho sempre avuto difficoltà nell’orientarmi, la mia fortuna è sempre stata non aver mai avuto una meta. Così, ovunque andassi, perdermi rappresentava un punto di arrivo. Nei miei viaggi, le strade mi avevano fatto da guida; ma questa volta no, giravo nel bel mezzo del nulla da giorni. Le vie erano dissestate, come se non fossero agibili per il trasporto, come se non fossero mai state battute per il passaggio delle carrozze. C’erano solo vecchi alberi e percorsi abbandonati, senza nessuno a cui chiedere informazioni. Era molto buio, quando in lontananza scorsi delle luci; c’era una leggera foschia, ed ero lontano almeno un’ora, ma ero salvo.
Avete mai pensato a come potrebbe
essere un mondo senza alcuna forma d’arte? SinVille è proprio questo, una
strana città dimenticata da Dio, popolata da personaggi bizzarri e al contempo
interessanti, immersa in una densa foschia, pesante e soffocante, come l’aria e
il clima che vi regna. Daniel, nel percorso della sua giovane vita, si trova
smarrito, a vagare senza una meta, a notte fonda, nel tentativo di ritrovare la
strada che ha perso. Non mangia e beve da giorni, ha bisogno di ristoro e di
riposo, così scorge nel buio una strana insegna vecchia e consunta su cui vi è
scritto il nome di una città: SinVille. Un posto a lui sconosciuto, apparentemente
deserto e privo di ogni forma di allegria. Ma il nostro protagonista ha bisogno
di fermarsi da qualche parte e riprendere le forze, così decide di varcare la
soglia di un locale, da cui proviene un grande fracasso: “Il Boccanale”. Qui
incontra un giovane diciassettenne di nome Lyston, un eccellente pianista che
insegue il sogno di poter un giorno suonare nel Grande Circo Shanton della
città. Ma cosa sarà mai questo luogo di cui il ragazzo gli ha parlato?
Sul lato destro dell’adito c’era una pertica, con appesa un’insegna di legno, storta e vecchia. Le estati le avevano procurato un colore giallastro, e gli inverni ne avevano bucato alcune parti e consumato gli angoli. Su di questa c’era scritto: SinVille.
Il Grande Circo è un posto avvolto
dal mistero e sembra essere l’unico luogo in cui è possibile esprimere la
propria arte. Qualsiasi altra forma artistica a SinVille è proibita, di
qualsiasi genere, di qualsiasi natura, questo non fa che aumentare lo sgomento
di chiunque si avvicini a questo luogo oscuro e dimenticato. Altre vite e altri
percorsi si incrociano a quello del nostro protagonista: Berry lo conduce alla
Galleria, un luogo singolare in cui gli artisti si allenano e si preparano di
nascosto per entrare nel Grande Circo. Il mondo qui dentro è diverso: trapezisti
che si esibiscono danzando e volteggiando, fachiri che sputano fuoco e una
bellissima donna di nome Nadia che cattura immediatamente l’attenzione di
Daniel. Ma l’incontro più importante è quello all’interno del Grande Circo, con
il narrastorie Pandonio, dal talento ineguagliabile, enigmatico e misterioso.
"SinVille è un paese dimenticato dal mondo e da Dio, semmai esiste. Persino dai suoi cittadini. É un paese dove chiunque commette per primo un misfatto per paura di essere vittima"
Il libro è breve e intenso, ricco
di spunti e tematiche importanti su cui riflettere, una sorta di viaggio all’interno
dell’anima di Daniel che ci porta ad esplorare nel dettaglio i meandri della
personalità e dell’inconscio del protagonista. Non è un caso che la libertà d’espressione
attraverso l’arte sia vietata a SinVille: questo luogo dimenticato costituisce la
limitazione stessa dell’uomo, che cerca di difendersi da questa imposizione
ingiusta con esibizioni all’interno del Grande Circo e storie apparentemente
incomprensibili da raccontare. Daniel è un uomo smarrito che cerca di ritrovare
la sua strada, ma per farlo deve prima fare i conti con sé stesso, con la parte
più profonda del suo inconscio, soltanto così riuscirà ad essere finalmente
libero.
"Sai leggere la storia della persona che hai di fronte? Sei anche veggente?"
"Ahaha no, non racconto mica le storie di chi mi sta di fronte. Intendevo dire che ogni persona ispira una storia, ma non la propria storia, anzi, tutt’altro. Le persone vogliono sentire qualcosa di diverso da ciò che loro sono, poiché difficilmente si sopportano. Il buono vorrebbe essere più cattivo e il cattivo più buono, così con le storie puoi sognare di essere qualcun altro. Io semplicemente dallo sguardo cerco di capire non chi loro siano, ma di quale storia hanno bisogno. Alcuni piangono, altri corrono via, alcuni ridono, altri riflettono, altri applaudono, altri si arrabbiano, alcuni gridano. Il punto è che tutti provano un’emozione, e se riesco a far provare un’emozione, significa che ho raccontato la storia giusta."
Il linguaggio utilizzato dall’autore
è semplice e curato, ricco di frasi ad effetto che fanno pensare e riflettere
su sé stessi. Lo scrittore entra nel profondo dell’anima del protagonista ma
riesce anche ad addentrarsi in quella del lettore, rendendolo partecipe in ogni
istante. Scenografie irreali, personaggi dalla dubbia identità si intrecciano
ad una trama semplice e ben costruita, che regala un piacevole momento di
evasione dalla realtà e un’ottima occasione per guardare, a livello
introspettivo, dentro sé stessi. La metafora del circo, del narrastorie e un
finale inaspettato coronano questo piccolo ed intenso romanzo, dalla forza travolgente
e dall’importanza psicologica davvero notevole.
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