Recensione: Va’ dove ti porta il cuore – Susanna Tamaro
settembre 26, 2023Dal lontano 1994, anno in cui è stato pubblicato per la prima volta il romanzo di Susanna Tamaro “Va’ dove ti porta il cuore”, sono ormai passati quasi trent’anni. Ma la bellezza delle parole di una delle più grandi scrittrici italiane è rimasta identica, come se il tempo non fosse mai passato per Olga e Ilaria, una nonna e una nipote che tentano disperatamente di ricominciare.
Titolo: Va’ dove ti porta il cuore
Autore: Susanna Tamaro
Genere: Narrativa
Editore: Solferino Libri
Trama
Nel riversare sulla pagina eventi e sentimenti di tutta la sua esistenza,
Olga supera le sue durezze e le sue fragilità, le ribellioni subite e le
menzogne raccontate per proteggere chi amava, e passa il testimone di una vita:
una grande, catartica verità, un addio e una rosa.
Un
incidente, un ricovero, una vita che all’improvviso si fa più breve: quanti
giorni restano a Olga, sola in casa con il cane Buck e i ricordi? Abbastanza,
pensa, per condensare quei ricordi in una lettera, da lasciare alla nipote impegnata
in un viaggio americano. Queste pagine sono un diario, una confessione, un
flusso di coscienza in cui Olga racconta, finalmente, una verità che ha al
centro un’ammissione terribile: «Da quando sono nata ho detto una sola bugia.
Con essa ho distrutto tre vite». Riga dopo riga si dipana la sua storia segnata
da conflitti e disillusioni: genitori duri e distanti, il matrimonio con un
uomo anaffettivo, la guerra, gli scontri con la figlia Ilaria e la tragedia
della sua morte prematura. Ma anche le gioie e le passioni, un grande amore
clandestino e il legame più forte di tutti, quello con la nipote, la bambina a
cui ha fatto da madre e che adesso sta cercando di ritrovare, da lontano, nella
giovane donna che si è allontanata da lei. «Sei felice? È questo più di ogni
altra cosa che mi sta a cuore» le scrive Olga, e in questa domanda accorata c’è
il nucleo pulsante della maternità. Nel riversare sulla pagina eventi e
sentimenti di tutta la sua esistenza, Olga supera le sue durezze e le sue
fragilità, le ribellioni subite e le menzogne raccontate per proteggere chi
amava, e passa il testimone di una vita: una grande, catartica verità, un addio
e una rosa. Mostrando come la potenza delle parole e dei gesti più semplici
possa interrompere le catene con cui il destino ci imprigiona attraverso le
generazioni, e renderci liberi.
Recensione
Va' dove ti porta il cuore
Cos'altro dire? Credo che la fama di questo
libro lo preceda, chi è che non l'ha già letto? Sicuramente, molti lettori
avranno già avuto a che fare con la scrittura della Tamaro, con il suo stile
delicato e inconfondibile, frutto di una dolcezza nel descrivere l’amore e i
sentimenti più unica che rara. Un romanzo che, nonostante siano passati quasi
trent'anni dal lontano 1994, anno della sua prima pubblicazione, ha conservato
intatta la sua bellezza, impassibile allo scorrere del tempo, come un diamante che,
granitico, rimane incastonato nella pietra e, anno dopo anno, brilla sempre di più.
La prima volta che ho letto questo romanzo ero
appena adolescente, una ragazza giovane che si affacciava alla vita con tante
speranze e mille sogni nel cassetto tutti da realizzare, con gli occhi che
brillavano di una luce speciale quando le veniva regalato un libro. Quella luce
speciale negli occhi davanti alle pagine di un qualsiasi volume è rimasta, ma
il tempo ha cambiato tutto il resto. Ora, a distanza di molti, forse troppi
anni, la vita mi ha regalato di nuovo l'opportunità, grazie alla casa editrice
Solferino, di rileggere il romanzo di Susanna Tamaro, "Va' dove ti porta
il cuore", con una consapevolezza diversa.
Inutile dirvi che è stata un'esperienza
meravigliosa, arricchente e del tutto inaspettata. Non si ha la concezione di
quanto si è cambiati fino a quando non ci si rende conto di tutto che ciò che è
successo intorno a noi ci ha portati a un nuovo inizio. Olga, nonna di Ilaria e
protagonista di questo splendido romanzo, è arrivata a un punto della sua vita
in cui non ha più nulla da perdere e decide di tentare il tutto per tutto,
provando a recuperare il rapporto con la nipote, la quale è partita per
l'America un po' di tempo prima lasciando tra loro una frattura insanabile e
tante, troppe cose in sospeso.
Ti potrà sembrare strano o eccessivo che un bambino intuisca qualcosa del genere. Purtroppo siamo abituati a considerare l'infanzia come un periodo di cecità, di mancanza, non come uno in cui c'è più ricchezza. Eppure basterebbe guardare con attenzione gli occhi di un neonato per rendersi conto che è proprio così. L'hai mai fatto? Prova quando te ne capita l'occasione. Togli i pregiudizi dalla mente e osservalo. Com'è il suo sguardo? Vuoto, inconsapevole? Oppure antico, lontanissimo, sapiente? I bambini hanno naturalmente in sé un respiro più grande, siamo noi adulti che l'abbiamo perso e non sappiamo accettarlo.
Ilaria è cresciuta al fianco della nonna poiché sua
madre è morta giovanissima, vittima di un terribile incidente stradale. Olga porta
dentro di sé anche il dolore indicibile di una madre che vede morire la figlia
da un momento all'altro, una ragazza ribelle e piena di vita con cui, purtroppo,
non è mai riuscita a comunicare fino in fondo. È proprio per sua nipote Ilaria
che Olga decide di continuare a vivere, di andare avanti, pur con una ferita
nell'anima impossibile da rimarginare. La vita le ha strappato sua figlia, ma
non riuscirà a portarle via Ilaria.
Da piccola, sua nipote Ilaria la adorava, erano inseparabili,
ma col passare del tempo le cose sono cambiate radicalmente. A volte basta un
niente per rimescolare le carte in tavola, come una folata di vento che, in un
secondo, riesce a far crollare il castello di carte ed emozioni che avevamo
costruito con tanto amore e dedizione, giorno dopo giorno. L'adolescenza porta
con sé cambiamenti e problematiche relative non soltanto alla crescita, ma
anche e soprattutto nell'anima: questioni del tutto normali che, se non gestite
nella maniera giusta, rischiano di creare ostacoli destinati, col tempo, a diventare
insormontabili.
Sai qual è un errore che si fa sempre? Quello di credere che la vita sia immutabile, che una volta preso un binario lo si debba percorrere fino in fondo. Il destino invece ha molta più fantasia di noi. Proprio quando credi di trovarti in una situazione senza via di scampo, quando raggiungi il picco di disperazione massima, con la velocità di una raffica di vento tutto cambia, si stravolge, e da un momento all'altro ti trovi a vivere una nuova vita.
La rottura tra nonna e nipote è profonda,
insanabile, Ilaria rispecchia in pieno quello che è il carattere di sua madre e
Olga, ancora una volta, fatica a gestirlo. Questo riporta a galla ricordi
dolorosi nel cuore della nonna, incapace di mostrare a sua figlia quelli che
erano i suoi veri sentimenti prima che fosse troppo tardi. Ilaria decide di
partire, senza voltarsi indietro, per inseguire i sogni di una vita. Olga,
arrivata quasi alla fine della sua vita, decide di scrivere un insieme di
lettere che sua nipote un giorno leggerà, come un ultimo e disperato tentativo
di riavvicinamento, anche dopo la morte. Perché l'anima non muore mai, resta
eterna, sopravvivendo allo scorrere impietoso del tempo.
Tutta la storia di Olga è costellata dal dolore,
dall'incapacità di amare davvero sé stessa e sua figlia, che si riflette e si
riversa anche nel rapporto con la nipote Ilaria. Olga è una donna forte e
coraggiosa, nonostante le innumerevoli difficoltà che ha vissuto si è sempre
rialzata, ha sempre avuto la forza di andare avanti. E quella forza l'ha
trovata dentro di sé, combattendo il dolore e metabolizzando le emozioni. La
differenza con sua figlia e con la nipote Ilaria è proprio questa: il modo di
affrontare le cose, senza covare rabbia dentro. Se ci si chiude in sé stessi
non si riesce a metabolizzare il dolore e la rabbia diventa deleteria. Rabbia
non è sinonimo di forza, la vera forza è proprio questa: non permettere alla collera
di prendere il sopravvento nei momenti difficili, ma affrontarla,
metabolizzarla e alla fine accettarla, come naturale evoluzione della vita
stessa.
Devo dirvi la verità, sono felicissima di aver
cominciato questa rilettura, ma per me forse non è il momento giusto per un
libro del genere. Mi rendo conto che sono cambiate troppe cose, sia intorno a
me che dentro di me, sono cambiata io e tante emozioni, durante la prima
lettura di molti anni fa, non le ho provate. Ora, tutte queste emozioni, in un
periodo abbastanza particolare, mi sembra quasi di non riuscire a gestirle, è
come se fosse tutto troppo intenso. Ciò non vuol dire che non sia stata contenta
di rileggerlo, è che forse non mi aspettavo da me stessa una risposta emotiva
così forte.
Ogni libro ci rispecchia, rievocando emozioni
legate al passato e alla nostra vita. Susanna Tamaro riesce, attraverso la
magia delle sue parole, a toccare le corde del cuore di ogni lettore suonando
quella musica che, ogni volta che la riascoltiamo, ci fa sentire più felici e
in pace col mondo. La musica del cuore, in grado di farci ritrovare noi
stessi tra il dolore e le difficoltà della vita, donandoci nuova speranza.
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