Recensione: Una sera tra amici a Jinbōchō - Satoshi Yagisawa

luglio 31, 2023

Dopo il grande successo del primo volume "I miei giorni alla libreria Morisaki", Satoshi Yagisawa torna in libreria con un nuovo romanzo, il prosieguo del precedente, "Una sera tra amici a Jinbōchō". Un libro breve ma pieno di emozioni ad ogni pagina, impregnato di valori profondi e importanti. Satoru, Momoko, Takako e molti altri sono pronti a farvi ritornare nel loro mondo, nel cuore della libreria Morisaki, per vivere una nuova avventura piena di sentimento e dolcezza.


Titolo: Una sera tra amici a Jinbōchō
Autore: Satoshi Yagisawa
Genere: Narrativa
Editore: Feltrinelli


Trama


A Tōkyō c’è un quartiere che raccoglie il più alto numero di librerie al mondo. Si chiama Jinbōchō, e gli amanti dei libri possono trovarci di tutto, purché stampato: romanzi dell’epoca Meiji, manga, copioni teatrali e vecchie mappe. Ma non solo: i cacciatori di prime edizioni o di copie autografate sono di casa qui, e vederli all’opera è uno spettacolo.
Alla libreria Morisaki, un piccolo negozio a gestione familiare specializzato in letteratura giapponese moderna, entrano a malapena cinque persone insieme. I libri affollano gli scaffali fino a invadere ogni angolo del pavimento e, all’arrivo di un cliente, da dietro il bancone fa subito capolino il proprietario, lo zio Satoru. Di recente, ad aiutarlo c’è la moglie Momoko e spesso, nel tempo libero dopo l’ufficio, si unisce anche la nipote Takako.
Per la prima volta, la ragazza non si sente più sola; a farle compagnia ci sono nuovi amici e nuovi riti: la festa annuale di Jinbōchō, il caffè all’angolo o una visita inaspettata. Perché una libreria – ha scoperto – è popolata di tante storie, non solo quelle contenute nei libri, ma anche quelle di chi la frequenta. E quelle storie creano legami.
Come segno di gratitudine, Takako regala un viaggio agli zii, impegnandosi a sostituirli mentre sono via e a trasferirsi per qualche sera nella stanza sopra la libreria, come aveva già fatto in passato. Tutto sembra andare a gonfie vele, ma allora perché Satoru si comporta in modo così strano? E cosa vuole quella donna con l’ombrello rosso che è comparsa in fondo alla strada? Quante altre storie, emozioni e tesori custodisce la libreria Morisaki?

Tōkyō, una piccola libreria che conserva i ricordi e le emozioni di chi la frequenta.
Una storia poetica e che fa del bene, sul potere della condivisione.
Un caso editoriale, dopo il successo di I miei giorni alla libreria Morisaki.

“Continua a prenderti cura della libreria Morisaki. Quel posto è la prova tangibile che noi due insieme siamo esistiti.”

 

Recensione


Lo scorso anno, quando ho letto "I miei giorni alla libreria Morisaki", ne sono rimasta entusiasta. È stata una lettura piena di emozioni, riflessioni, molto introspettiva: in poche pagine, Satoshi Yagisawa mi ha permesso di entrare in contatto col mio "io" più profondo attraverso Takako, la giovane protagonista, una ragazza in piena crisi esistenziale, dal carattere complesso e burrascoso come un mare in tempesta. Ma la presenza e l'amore dello zio Satoru, insieme al conforto che solo un libro sa donare, sono riusciti a lenire le sofferenze di un'anima tormentata e a permetterle di ritornare a galla, prima di annegare nell'immenso e imprevedibile mare delle emozioni.



Questo prosieguo è stato altrettanto intenso, ma in qualche modo diverso dal precedente. Le emozioni provate sono state differenti: nel primo ho notato più introspezione, un volersi guardare dentro, specie per quanto riguarda il personaggio di Takako. Una ragazza distrutta da una storia d'amore finita male, la sofferenza di un'anima che cerca di metabolizzare il dolore e alla fine rinasce, più forte e battagliera di prima, grazie ai libri e all'amore della famiglia.


A un certo punto ebbi la bizzarra sensazione di essere tutt'uno con la libreria. La mia era come un'esistenza rarefatta, la mia coscienza si dilatava.


In questo secondo volume, il tempo e l'accettazione sono i concetti più importanti e attraverso di essi, Satoshi Yagisawa racchiude il significato dell'intero romanzo e di molto altro, forse dell'intera vita. La libreria Morisaki, un piccolo angolino nel cuore di Jinbocho, resta sempre il luogo per eccellenza in cui rifugiarsi e, tra l'odore di umido e muffa a lei così familiare, Takako si sente a casa.


Lo zio Satoru, più che un parente, è un amico, un confidente, una specie di supereroe in grado di appoggiare la sua amata nipotina e amarla come nessun altro al mondo. Lui e Momoko non hanno avuto figli, Takako è l'unica persona che più si avvicina ad un concetto simile per loro: in qualche modo, con la sua presenza, permette a Satoru e a Momoko di essere anche un po' genitori, di consigliarla e guidarla al meglio nell'impervio percorso della vita.


Quel senso di ansia indefinibile a poco a poco si ridimensionò. E il mondo, che fino ad allora mi era sembrato un fiore sul punto di appassire, all'improvviso rifiorì.


Ma al destino piace rimescolare le carte in tavola e ama sorprenderci con incredibili colpi di scena, talvolta positivi, talvolta negativi. Quale segreto nasconde lo zio Satoru, da giorni così silenzioso e taciturno? E la zia Momoko, ne sa qualcosa? Takako è assalita dai dubbi e determinata a sapere cosa sta succedendo tra i suoi zii. Che il passato stia di nuovo bussando alla loro porta? Il fantasma di un nuovo abbandono sta ritornando a tormentare l'intraprendente libraio di Jinbocho? E Wada, per quale motivo passeggiava con una donna dal vestito rosso, la sua ex fidanzata? La nostra protagonista ne avrà di domande a cui trovare risposta...



Takako ha iniziato la sua storia d'amore con Wada, ma non è ancora del tutto libera dal peso e dall'oppressione del passato e fatica a lasciarsi davvero amare. Ma la saggezza della zia Momoko le indicherà la strada da percorrere, illuminando il percorso giusto da intraprendere con sé stessa per guarire completamente e lasciarsi finalmente amare.



La parola che mi viene in mente per racchiudere questo libro è "accettazione": l'accettazione del dolore, dell'imprevedibilità della vita e la rinascita dell'anima, dopo aver metabolizzato e compreso appieno il senso dell'esistenza più profonda. L'esistenza umana è flebile, incerta, in bilico sul filo dell'incertezza e vittima dello scorrere impietoso del tempo. È lui il sovrano assoluto, è lui che detiene il potere delle nostre vite ed è in grado di farne ciò che vuole. Per quanto noi possiamo opporci, la nostra forza non sarà mai abbastanza.


È ovunque, il dolore. E allora voi non dovrete scappare, quando sarete tristi dovrete piangere e poi andare avanti insieme al vostro dolore. Questa è la vita.



Molto spesso si sente dire che "il tempo è tiranno", identificando questa entità immensa e imprevedibile con un qualcosa di "negativo", che ci sottrae attimi preziosi da trascorrere con le persone che amiamo. Ma ciò che spesso ci sfugge è che il tempo, in realtà, prima di togliere, regala: il tempo ci dona sé stesso, quale gesto d'amore più grande di questo potrà mai esserci?



Quindi, sfruttiamo ogni singolo momento, ogni singolo attimo con le persone che amiamo, circondiamoci del loro affetto e non sprechiamo neanche un minuto che il tempo ci dona. Perché ogni giorno è un regalo dal valore inestimabile, viviamolo con un sorriso e con tanta voglia di andare avanti in questa meravigliosa avventura che è la vita stessa. Chissà, un giorno ci ritroveremo tutti in un luogo come la libreria Morisaki, alla ricerca di un libro che parli di noi, che racconti la nostra storia.










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