Recensione: Anime di pietra – Lloyd Devereaux Richards

luglio 22, 2023

Un pericoloso serial killer senza scrupoli che miete le sue vittime in prossimità dell’acqua, che si muove silenzioso tra le campagne solitarie, senza lasciare traccia. L’antropologa forense Christine Prusik, insieme alla sua squadra, è determinata a far luce in questo orribile mistero, cercando di trovare il colpevole di questi atroci omicidi nel minor tempo possibile. Ben presto si renderà conto che l’assassino è davvero furbo, oltre a essere spietato: riuscirà la nostra protagonista a porre fine a questi atroci delitti?

 

Titolo: Anime di pietra

Autore: Lloyd Devereaux Richards

Genere: Thriller

Editore: Piemme

 

Trama

 

Un killer che vaga per i boschi con un certo gusto per i manufatti indigeni. Un'antropologa forense decisa a catturarlo a ogni costo. Un passato da cui chiunque vorrebbe fuggire che torna e scombina tutti i piani.

 

Christine Prusik fa l'antropologa forense per l'FBI a Chicago. È fantastica nel suo lavoro. Ha visto una quantità di casi davvero incredibili, ma l'ultimo che le è capitato ha qualcosa di diverso. Qualcosa che non torna. Ogni serial killer ha uno schema, delle abitudini, delle manie. Questo - un uomo dalle mani forti - strangola giovani donne e getta i loro corpi nei boschi vicino a corsi d'acqua. Ma ciò che supera la stranezza convenzionale per chi fa questo lavoro è che, come biglietto da visita, l'assassino lascia ogni volta nel corpo della vittima una statuetta di pietra, simile agli amuleti ritrovati in Papua Nuova Guinea: gli stessi luoghi in cui l'agente Prusik aveva lavorato tempo prima mentre faceva ricerche sul campo. Un'esperienza che l'aveva segnata nel profondo. Per essere solo una coincidenza, ha davvero qualcosa di sinistro. E se invece ci fosse di più? Mentre affiorano dettagli sempre più inquietanti, l'agente Prusik dovrà capire se esiste veramente una connessione tra gli omicidi e il suo oscuro passato, o se i suoi vecchi incubi sono tornati a ossessionarla nel presente.

 

Recensione

 

Cercate un thriller forte, pieno di suspense e coinvolgente? Uno di quelli che vi tenga col fiato sospeso, pagina dopo pagina, dall’inizio alla fine? Bene, Piemme ci ha regalato un thriller degno di questo nome, uno dei più belli che io abbia letto ultimamente. E pensare che, all’inizio, questo romanzo è praticamente passato inosservato, quando l’autore lo ha pubblicato circa una decina di anni fa. Poi, grazie all’amore di una figlia speciale e all’immenso potere di un video su TikTok, la magia si è avverata: il video è diventato immediatamente virale e il libro è schizzato ai vertici delle classifiche. Una storia incredibile, non è vero? Esattamente come quella che Lloyd Devereaux Richards ci narra in questo volume. Fidatevi se vi dico che ne vale davvero la pena leggerlo.



L'antropologa forense Christine Prusik è determinata a risolvere un mistero tanto intricato quanto macabro e terrificante: un serial killer si aggira furtivamente alla ricerca di ragazzine ingenue e ignare del pericolo, le quali cadono nella sua trappola mortale senza riuscire ad opporsi. Il misterioso assassino aggancia le potenziali vittime con un approccio amichevole, utilizzando tutto il suo carisma e le tattiche di cui è a conoscenza per attirarle nella sua rete letale, come un abile ragno che tesse la sua tela con pazienza e furbizia. Le ragazze, una volta intuito il pericolo, tentano disperatamente di scappare, ma ormai è troppo tardi, per loro è finita. È come quando la gazzella inizia a correre, inseguita dal ghepardo: l’animale fiuta la paura della preda, è proprio questa la molla che scatta e mette in moto il suo istinto da cacciatore. E la povera gazzella non ha scampo. Il serial killer agisce allo stesso modo: è la corsa ad innescare il meccanismo dell'inseguimento nell'assassino, la condanna a morte della vittima.

 

<<Il killer vuole solo uccidere. Carne e sangue, non gli interessa altro.>>

 

Christine e la sua squadra sono determinati a mettere fine a questa serie di brutali omicidi, i quali lasciano una scia di morte che sembra non avere spiegazioni plausibili. I tre delitti commessi dal serial killer hanno tutti delle caratteristiche in comune: le vittime sono tutte giovani ragazzine, morte in maniera violenta, i loro corpi sono stati ritrovati vicino all'acqua e, al loro interno, sono state inserite dall'assassino delle statuette di pietra, come un macabro e preciso rituale. Cosa significa tutto questo? Quale motivo si nasconde dietro tali gesti? Il mistero, giorno dopo giorno, si infittisce sempre più e la nostra antropologa forense non riesce ad uscirne, è anche lei in trappola: la verità sembra lontana anni luce e, nel frattempo, il killer continua indisturbato a mietere vittime innocenti.

 

Chiuse gli occhi, sperando di riposare qualche istante, ma l’immagine del corpo profanato della giovane Julie era lì ogni volta che abbassava le palpebre.


Il passato di Christine, proprio a causa di questo mistero da risolvere, sta tornando a galla, intrappolando la nostra protagonista in un grave disturbo da stress post-traumatico. Ansia, attacchi di panico, tachicardia e Xanax sono all'ordine del giorno, ma questa non è la strada giusta per stare bene con sé stessi. Se il nostro corpo ci invia dei segnali, è meglio ascoltarlo, altrimenti non potremo continuare a svolgere appieno il nostro lavoro. La mente umana è complessa, ancora tutt’oggi è un territorio inesplorato per la scienza: cosa accade nella mente di un assassino, di un serial killer spietato, per spingerlo a commettere tali orrori?  

 


Un thriller davvero avvincente, coinvolgente, in cui nulla è scontato e tutto può essere messo in discussione, cambiando da un momento all'altro. Lloyd Devereaux Richards ha creato un romanzo che unisce una buona dose di suspense e mistero, mescolandola ad una trama ben sviluppata e ricca di avvenimenti. I punti di vista che l'autore utilizza sono molteplici: si ha la visione della vittima, della protagonista Christine e anche dell'assassino. Il lettore è a conoscenza di ogni sentimento dei personaggi, caratterizzati in modo accurato e preciso: ho amato la forza e la determinazione di Christine, una donna disposta a farsi valere in un mondo di soli uomini. Perché quando sei un'antropologa forense, non è facile farsi strada in un ambiente prettamente maschilista, troppo legato a retaggi sociali obsoleti e ingiusti.


Il finale? Non voglio spoilerarvi troppo, ma vi dico soltanto una cosa: niente è come sembra tra queste pagine, nulla è scontato e, proprio quando sembra di essere riusciti a risolvere il caso, si torna indietro al punto di partenza. Un circolo dal quale il lettore stesso faticherà ad uscire, ma che lo imbriglierà al suo interno, avvolgendolo nelle sue spire intricate e complesse. Il brivido è la chiave che rende il romanzo così originale e appassionante, unito a una giusta dose di suspense e mistero. Catturare questo serial killer non si rivelerà un'impresa facile per Christine e la sua squadra, sarà come tentare di afferrare il fumo a mani nude, inutile e deludente.

Ma la verità lascia sempre qualche traccia, seppur debole, per venire a galla e mostrarsi in tutta la sua crudele realtà. È solo questione di tempo.







 

 

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