Recensione: Le invisibili – Gabriella Genisi, Marilù Oliva, Mariolina Venezia, Grazia Verasani

agosto 20, 2022

Racconti di donne spezzate, usate, trafitte da un senso di colpa che le attanaglia e le spinge a compiere azioni terribili, da vere maghe del crimine. Eppure, quali sono i reali motivi che le spingono ad agire in questo modo spietato? Quattro autrici italiane narrano le storie di altre donne come loro, disilluse, vittime di una vita crudele e spietata che ha spezzato i loro sogni. Sono davvero loro ad essere “sbagliate”?

 

Titolo: Le invisibili
Autore: Gabriella Genisi, Marilù Oliva, Mariolina Venezia, Grazia Verasani
Genere: Narrativa Noir
Editore: Nero Rizzoli

 

Trama

Dalla penna di quattro scrittrici noir d’eccezione, il mondo criminale dal punto di vista delle donne.

 

Penserete di essere soli, in una strada buia di una periferia del Nord, sul set di un film a riprese finite o perfino in mare aperto. Ma loro vi vedono, anche se voi non le guardate. Sono creature di confine, relegate ai margini della società e dimenticate da tutti. Sanno che la vita può essere crudele ed è proprio allora che si diventa più crudeli di lei. Le protagoniste di questi racconti sono donne. Sono mamme, figlie, assassine spinte da passioni incontrollabili, o ragazze che quella vita criminale l’hanno scelta. Aspiranti rockstar soggiogate da viscidi produttori, attrici per caso, truffatrici approdate dall’Est Europa nel Sud Italia più profondo. Ma anche persone comuni, che quando la sera rientrano a casa trovano una madre dispotica ad aspettarle davanti alla tv. Sono state vittime e poi carnefici, innamorate e poi disilluse, sognatrici a cui hanno rubato i sogni. Una cosa le accomuna: da tempo hanno smesso di fingere. E hanno fatto i conti con sentimenti inconfessabili. Perché quando le cose ti appaiono in un lampo come stanno davvero, non puoi tornare indietro. Prede di un sistema ingiusto e oppressivo, hanno fatto del delitto la sola via di fuga. Sono le invisibili. Sono il nuovo volto del crimine.

 

 

Recensione

 

 

Invisibili. Mai aggettivo è stato più adatto per descrivere la condizione delle protagoniste di questi splendidi racconti nati dalla fantasia di quattro scrittrici d’eccezione: Gabriella Genisi, Marilù Oliva, Mariolina Venezia e Grazia Verasani. Storie raccontate da donne coraggiose, che riescono a leggere nel cuore delle loro antieroine e a illustrare al lettore i loro pensieri più reconditi, a tratti apparentemente malvagi, analizzandone ogni aspetto e ogni emozione nascosta. Figure femminili misteriose, offuscate da ombre appartenenti al passato, che si fanno strada nel presente, minacciandone irrimediabilmente il futuro, che incombono nelle loro vite senza lasciare un margine di scampo. E cosa fare in queste situazioni? Soccombere? Morire? Oppure diventare delle criminali fredde e senza scrupoli?

 

 

I dubbi attanagliano le protagoniste, trascinandole in una voragine di pensieri reconditi e inconfessabili, pronti a farsi spazio sempre di più in anime così tormentate e provate dalle tempeste emotive a cui la vita le ha sottoposte. Azioni indicibili, segreti inconfessabili si intrecciano nella mente di figure femminili forti e determinate, decise ad ottenere un riscatto per sé stesse e tornare in qualche modo a vivere. Castelli di carte, deboli e instabili, che pian piano acquistano la solidità necessaria per farsi strada nella psiche di queste donne e, pian piano, concretizzarsi fino a diventare reali, tangibili. La sete di vendetta, il rimorso, la voglia di sentirsi libere a tutti i costi si insinuano nei pensieri di protagoniste emotivamente fragili, come pericolosi serpenti che, strisciando silenziosi, si fanno strada dal più profondo inconscio sino a diventare parte integrante di un pensiero concreto e articolato. Manca solo il coraggio per metterle in pratica… ci riusciranno?


"Sa una cosa, maresciallo? Io non ho mai conosciuto mia madre come oggi. Per me è sempre stata una creatura misteriosa, forte, moderna più di me che sono la figlia. Eppure ho sempre intravisto nei suoi occhi un'ombra scura che non ero mai riuscita a decifrare. Come un dolore, come una malinconia. Fino a poche ore fa."

 

Il primo racconto è nato dalla splendida penna di Gabriella Genisi e, fin da subito, ci si accorge della sua originalità. L’ombra di figure mitologiche si proietta nella vita di uomini innocenti, assassinandoli senza pieta: magiche sirene compiono atti crudeli e disdicevoli e, senza alcuno scrupolo, continuano a seminare terrore a Punta Palascio. Di solito, non appena si sente parlare di sirene, si pensa immediatamente a donne meravigliose, ammalianti e tentatrici, dotate di un fascino magnetico a cui nessun uomo è in grado di resistere, ma stavolta la questione è diversa. La sirena in questione è vecchia, quasi centenaria, con la pelle rugosa e segnata dal tempo e pronta a qualsiasi azione, anche la più abominevole. E il fantasma di figlie e nipoti di quest’ultima, anche loro avvistate nei pressi del faro, contribuisce a seminare terrore e a infittire il mistero… ce la farà la nostra Chicca Lopez, maresciallo dal carattere forte e determinato, a trovare una risposta alle infinite domande che affollano la sua mente e risolvere il caso?


Erano l'evidenziazione di un dettagli sfuggito, una voce in apparenza confusa tra le altre e poi recuperata, quel particolare nascosto, trascurato dai più, seppur rimasto alla luce del sole, bastava soltanto cambiare angolazione o visuale. 

 

Se vi dico “Club 27” cosa vi viene in mente? Lo so, magari non è immediato e facile per tutti collegare queste due parole a ciò di cui si parla nel secondo racconto, scritto da Marilù Oliva. Ricordate Kurt Cobain, Janis Joplin, Jim Morrison, Jimi Hendrix, Amy Winehouse? Qual è il filo conduttore che li unisce? Il numero 27, l’età in cui la loro giovane vita è stata improvvisamente spezzata: una maledizione che incombe, come una spada di Damocle, su artisti fragili ma dal talento incredibile. Salomè è una donna frantumata, morta nell’anima, che non ha ormai più nulla da perdere: non è in grado di provare più alcun sentimento dal momento in cui la sua vita è stata rovinata e il suo sogno di diventare una cantante di successo spezzato definitivamente da un produttore discografico viscido e depravato. Una donna del genere sarebbe davvero in grado di pianificare un omicidio?

 

A volte, dottoressa, indossiamo la vita come un abito confezionato, anche se non fa per noi. le è mai capitato di pensare una cosa del genere?

 

Può una lettera alleggerire il senso di colpa di una potenziale assassina? Ancora una volta l’infallibile fiuto di Imma Tataranni ha prodotto i suoi frutti. Ebbene sì, è proprio lei, il sostituto procuratore che tutti conosciamo: la Rai ha tratto ispirazione proprio da questo splendido personaggio, nato dai libri di Mariolina Venezia, per crearvi una splendida serie televisiva che ha tenuto milioni di spettatori con gli occhi incollati allo schermo. Stavolta la protagonista è un’attrice insoddisfatta della vita che ha scelto, che si sente ingabbiata in un universo senza amore, in cui tutto è sfarzoso, eccessivo, tanto più grande di lei da schiacciarla. In questo racconto, dal sapore hollywoodiano e dal vago sentore di “Viale del Tramonto”, trovano spazio in una lettera tutti i sentimenti di una donna amareggiata, delusa, che ha bisogno di sentirsi amata, forse per la prima volta, da un mondo che non le appartiene ma dal quale non vuole fuggire.

 

La felicità, dottoressa, non c'è niente di più pericoloso. ti può scoppiare dentro come una bomba atomica, e allora non si torna indietro. se l'hai conosciuta, e poi l'hai persa, resterai per sempre un reduce.  


In ultimo, Grazia Verasani ci regala un racconto dalle ombre complesse, sfaccettate, che si fanno spazio pian piano nell’animo di una donna succube del carattere inquisitorio e autoritario dell’anziana madre, a cui è costretta a sottostare poiché non possiede un lavoro. Un piano machiavellico viene ordito dalla mente malsana di Rachele per liberarsi della madre, in cui tenta di coinvolgere l’amica Connie, succube di un marito violento e manesco. L’appoggio di una donna esterna le farebbe davvero comodo nell’esecuzione che ha pianificato… riusciranno le due donne a liberarsi dal pesante giogo in cui le loro vite sono intrappolate da tempo immemore?

 

Delusione. Una sconfinata delusione. Niente andava come doveva andare. Vivere era perdere, vedere deperire, una dopo l'altra, tante piccole, candide o sordide, ambizioni. Nessuna via d'uscita al virus dell'amarezza, un contagio di amarezza che ti appestava, ti soffocava, la certezza di un illusorio gratta e vinci che continuavi a comprare solo per abitudine, per vana speranza. 


Racconti di donne coraggiose, astute, temprate dalla vita in maniera tanto negativa da diventare l’opposto delle eroine che avevano sognato: il mondo del crimine le attende a braccia aperte, come si accoglie un figlio, pronto a voltare le spalle alla propria famiglia d’origine e iniziare così una vita a metà, spezzata, senza alcun ideale in cui credere ancora. Sentimenti clandestini travolgono impetuosi l’animo delle protagoniste, trascinandolo nello sconfinato oceano dell’inconscio, trasformandole in figure sprezzanti del pericolo e di qualsiasi dovere morale, pronte a tutto pur di riuscire a tornare a galla e respirare di nuovo. Perché altrimenti la loro sorte sarebbe una soltanto: morire, travolte dalla forza impetuosa delle onde dell’oceano, che si infrangono su scogli appuntiti e frastagliati. Un naufragio emotivo è inevitabile, ormai. Ma ad ogni azione vi è un perché e i motivi che spingono queste donne ad agire senza alcuno scrupolo sono molteplici… saranno anche condivisibili? Sta a voi deciderlo, lo scoprirete leggendo questi splendidi racconti. Forse riuscirete a dare un senso, un motivo, alle azioni di queste donne ormai invisibili, invisibili anche a sé stesse, scomparse perché smarrite in un mondo che non le ha mai considerate e le ha donato in cambio solo cattiveria. I loro occhi saranno i vostri, le loro parole vi entreranno dentro e vi illumineranno nel fare luce in questi inquietanti misteri, al contempo affascinanti e controversi.













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