Recensione: Sale di mare e lacrime – Gabriela Garcia

ottobre 14, 2022

Un romanzo incisivo, realistico e bruciante, come il sale delle lacrime versato dalle protagoniste in nome della libertà. Storie di donne forti, indipendenti e coraggiose che si intrecciano tra di loro, che viaggiano dal passato al presente attraversando i confini del tempo, da Cuba alla moderna Miami per far sentire la loro voce fiera e imponente. Maria Isabel, Carmen, Dolores, Jeanette, Gloria, Ana, non sono semplici nomi, le loro storie le scoprirete leggendo e rimarrete senza parole di fronte alla loro tenacia e alla loro forza.

 

Titolo: Sale di mare e lacrime
Autore: Gabriela Garcia
Genere: Narrativa
Editore: HarperCollins Italia

 

Trama

 

Cuba, 1866. María Isabel è la sola lavorante donna in una fabbrica di sigari. Ogni giorno, mentre le sue mani arrotolano incessantemente il tabacco, ascolta le parole di un uomo, Antonio, che legge per loro. Sono parole che la trasportano in mondi sconosciuti, come quello dei Miserabili di Victor Hugo, e che le aprono la mente e il cuore. Ma gli echi della guerra si fanno sempre più vicini...

Cuba, 1959. Dolores guarda il marito allontanarsi verso le montagne. Ha risposto alla chiamata alle armi di Fidel Castro e nella sua anima lei spera che non torni più. Ma se dovesse farlo, Dolores sa che per sopravvivere dovrà compie - re una scelta che sconvolgerà il mondo di Carmen, sua figlia.

Miami, 2016. Carmen, immigrata cubana, negli Stati Uniti credeva di ricominciare dimenticando un passato pieno di contraddizioni per offrire alla figlia Jeanette un futuro migliore. E invece il sogno americano si rivela per lei un’illusione, perché ogni giorno ripensa a Cuba e al rapporto di amore-odio con la propria madre, che non vede da anni. La stessa donna che Jeanette, ribelle e in continua lotta contro la tossicodipendenza, vorrebbe incontrare per saperne di più della storia di famiglia e capire meglio se stessa.

Ognuna di queste donne lotta fino allo stremo per la sopravvivenza, fedele alle parole annotate su quel libro di Hugo che si tramandano da generazioni: "Siamo forza. Siamo più di quanto pensiamo". Dalle fabbriche di sigari cubani ai centri di detenzione per migranti, passando per la periferia di Miami, Sale di mare e lacrime è un esordio di grande forza narrativa, onesto e bruciante. Con una prosa a un tempo poetica e schietta, Gabriela Garcia ci porta nel cuore oscuro dell’America moderna raccontandoci una storia di diaspora. E di madri e figlie che combattono per innalzare la loro voce dal silenzio in cui sono relegate.

 

Recensione

 

“Sale di mare e lacrime” è un romanzo che parla di donne forti e determinate, che lottano per ottenere i propri diritti e combattono per l’emancipazione femminile. Personalmente, sono sempre stata sensibile a questo tipo di storie, ricche di sentimento, incisive e imponenti, proprio come queste figure femminili coraggiose e intraprendenti, che tentano di farsi spazio con le unghie e con i denti in una società principalmente maschilista e difficile. Questo libro è stata una piacevole sorpresa, fin dalle prime pagine mi sono immersa nella lettura e mi ha letteralmente rapita, trascinandomi in un passato lontano e riportandomi al presente. Un volo che mi ha permesso di osservare il tutto da una prospettiva del tutto differente, permettendomi di apprezzare ogni sfumatura del carattere delle protagoniste e di vivere un’avventura reale, intensa e piena di sentimento.

 

Cuba, 1866. Marìa Isabel è l’unica donna in una fabbrica di sigari, immersa in un ambiente di lavoro tipicamente maschile. Le giornate scivolano via, un giorno dopo l’altro, un sigaro dopo l’altro… ma la voce di Antonio culla i fabbricanti come una ninna nanna, leggendo i classici più belli della letteratura agli operai durante le ore di lavoro. Marìa Isabel ne è affascinata, attraverso queste letture si immerge in mondi diversi, immaginari, frutto della mente e della fantasia di grandi scrittori, donandole momenti di svago e libertà, anche se effimeri e leggeri. Perché la realtà è ben diversa: la guerra incombe su tutti loro, fredda e gelida come il ghiaccio, rossa come il sangue delle vittime che potrebbe essere versato.

 

La storia di Dolores è incisiva e reale: il marito viene richiamato alle armi e, al fianco di Fidel Castro, si getta in una guerra imprevedibile, sanguinosa e rischiosa. Ma la donna spera con tutta sé stessa che il coniuge non faccia più ritorno a casa. La vita della figlia Carmen è nelle sue mani: deve proteggerla, a tutti i costi, dal male del mondo, che potrebbe nascondersi anche dove meno ce lo aspettiamo. E Dolores è disposta a tutto per il bene della sua Carmen…

 

Evidentemente siamo famiglie fatte di uccelli. Se non ci vuole nessuno, ci vorremmo noi stesse, a vicenda, perché non verrà nessuno a salvarci.


Carmen e Jeanette, rispettivamente madre e figlia, non potrebbero essere più diverse: Carmen ha lasciato la sua terra natia per tentare di realizzare i propri sogni e offrire a sua figlia una vita migliore di quella che lei ha avuto in passato. Ma Jeanette fatica a trovare sé stessa, è in conflitto con la madre, con la sua stessa anima e lotta coraggiosamente contro la tossicodipendenza, ogni giorno. La stessa Carmen non ha mai avuto un ottimo rapporto con la madre in passato, ma Jeanette ha bisogno di scoprire, di sapere la propria storia per poter vivere in pace la sua vita, senza il peso enorme di un passato che incombe. La sua fragilità ha bisogno di essere ricostruita, frammento dopo frammento, per ritrovare la strada perduta.


E spesso, in cerca di sollievo, sussurrava quelle parole: Debolezza? No, noi siamo forza. Ormai le aveva fatte proprie.

 

La piccola Ana, da un giorno all’altro, vede sua madre scomparire dalla propria vita e Jeanette, sua vicina di casa, decide di prenderla sotto la sua ala protettiva finché sarà necessario, nonostante i suoi numerosi problemi con droga e alcol. Gloria è stata costretta a lasciare la figlia da sola, la polizia l’ha arrestata e lei desidera un futuro migliore per la sua Ana. Questo significa allontanarla da lei, il prezzo da pagare è altissimo e doloroso, ma il bene di una madre è infinito, incondizionato e non ha alcun limite.


Io sono una madre. Io sono un sassolino in lontananza. O forse sono semplicemente una persona come tante che ha un problema in un mondo così pieno di problemi da non preoccuparsi se c'è un individuo in più dietro un muro, seduto in un laboratorio d'arte per bambini, a leggere un libro per bambini. Sono un sassolino.

 

Storie di mamme coraggiose, addolorate, commoventi, legate dalla voglia di fuggire dal dolore e da ricordi intrisi di immensa sofferenza. Queste donne combattono contro tutto e tutti, anche contro sé stesse e il passato che si trovano alle spalle, per cercare di sopravvivere e andare avanti facendo sentire la propria voce. L’autrice affronta tematiche importanti e complesse con incisività e realismo: l’abbandono della terra natia, le disgrazie e il male che porta la guerra, il delicato rapporto tra madre e figlia e le dinamiche che si nascondono all’interno del nucleo familiare, anche quelle più brutte e spaventose. Il linguaggio è chiaro e curato e, attraverso salti temporali ben calibrati, Gabriela Garcia narra la storia di donne impavide, coraggiose e tenaci, dalla forza inarrestabile, così diverse tra loro ma al contempo così simili perché ad unirle è l’amore per i propri figli e la forza di andare avanti nell’impervio percorso della vita.


Il passato esiste anche se non ce lo portiamo appresso nel presente?

 

“Sale di mare e lacrime” è un libro profondo, un abisso di emozioni che trascina il lettore in una realtà cruda e spietata, dove le donne, per sopravvivere e tentare di realizzarsi, devono combattere per riuscire a far valere i propri diritti. Gabriela Garcia riesce, tramite il potere immenso delle parole, a creare un romanzo dalla potenza devastante, incisivo e reale, dove il passato si intreccia al presente in una fitta trama di eventi, tutti con un denominatore in comune: donne che hanno bisogno di fuggire, di evadere e di riconquistare la loro tanto agognata libertà.











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