Recensione: La figlia più amata – Carla Maria Russo

ottobre 17, 2023

Un romanzo storico dalla grande potenza evocativa, una lettura originale e interessante, un approfondimento sulla famiglia de’Medici da leggere e apprezzare, prendendosi il giusto tempo per capire le dinamiche di una delle dinastie più importanti della città di Firenze. Cosimo I de’Medici, sua figlia Isabella e l’affetto smisurato che prova per lei, unito alla predilezione che egli nutre verso il genere femminile, a cosa porterà?

 

Titolo: La figlia più amata
Autore: Carla Maria Russo
Genere: Romanzo storico
Editore: Piemme

 

Trama

 

Cosimo I de’ Medici, duca di Firenze, figlio di Giovanni dalle Bande Nere e nipote della grande Caterina Sforza, contrariamente al comune sentire, rivela una netta e spiccata predilezione per le figlie femmine. Non ha ancora diciotto anni, quando diventa padre di una bambina, Bia, che lui adora e cresce come se non fosse nata fuori dal matrimonio. Nella ricerca di una sposa, l’originale duca pretende che vengano tenute in considerazione anche le ragioni del cuore, non solo quelle della politica, e riesce così a sposare la bellissima Eleonora di Toledo. Eppure, mentre fortuna e amore sembrano colmare di gioie e benedizioni la famiglia di Cosimo, un destino tragico e doloroso è in agguato. Inattesa e brutale, giunge la morte di Bia, che procura al duca un dolore così devastante da mettere a rischio la sua vita. Riesce a ritrovare una ragione per andare avanti solo perché Eleonora annuncia di essere di nuovo incinta e il duca si persuade che sarà una bambina, una bellissima bambina. Nascerà infatti una femmina, Isabella, che il duca amerà di un amore così profondo ed esclusivo da condurlo a commettere ingiustizie e alimentare gelosie e rancori. Un fato avverso colpirà una dopo l’altra tutte le donne di casa Medici, trascinando verso una fine ancora più drammatica proprio quelle che il duca ha amato di più, vittime della vendetta che lui stesso ha contribuito a suscitare.

Carla Maria Russo, con la sua immensa capacità di far rivivere personaggi delle epoche più disparate – nella grandezza come nella brutalità, nell’eccezionalità come nella miseria – ci regala un affresco impareggiabile del Cinquecento e di struggenti figure femminili.

 

 

Recensione

 

Tra queste pagine vi immergerete nella storia della famiglia de’Medici, in particolare in quella di Cosimo I, duca di Firenze, uomo dall’alta caratura politica e padre della bellissima Bia, la luce dei suoi occhi, insieme alla bellissima moglie Eleonora di Toledo. Il destino ha deciso di togliergli la sua bambina portandosela via alla tenera età di sei anni, tra lo sconcerto di tutti e il dolore inconsolabile di un padre che ha perso la sua piccola così presto. Il sentimento che lo lega a Bia oltrepassa ogni confine e la morte di quest’ultima lo sta portando a un passo dalla morte. Ma sua moglie sta per fargli un regalo del tutto inaspettato: la nascita di Isabella. Cosimo è convinto che sua figlia Bia, in modo a lui imperscrutabile, abbia trovato il modo di non abbandonarlo e ritornare al suo fianco attraverso la figura di Isabella stessa.

 

Col tempo, diventa sempre più evidente la predilezione del duca di Firenze nei confronti del genere femminile, in particolare verso la piccola Isabella, la quale sembra aver quasi preso il posto della defunta Bia. Questa inclinazione di Cosimo verso le donne è sicuramente influenzata dal fatto che, fin da tenera età, egli non ha mai avuto un buon rapporto col padre, Giovanni Dalle Bande Nere. Questo ha avuto innumerevoli ripercussioni sul carattere e sulla vita del nobile fiorentino, tanto da spingerlo a preferire l’affetto proveniente dal sesso femminile.

 

Tra tutti i figli avuti da Eleonora è Isabella, con la sua grazia e allegria, ad aver stregato Cosimo. Il suo cuore appartiene a lei, che sembra essere da subito la preferita del padre. I figli maschi, in particolar modo Francesco, non godono della sua stima, fatta eccezione per Giovanni, l’ombra di Isabella, oltre che il suo compagno di giochi preferito. Per questo motivo, il ragazzo gode della benefica influenza della sorella, brillando di luce riflessa e ottenendo così una maggiore considerazione dal padre rispetto agli altri figli.

 

Maria, la figlia maggiore, è destinata a diventare Duchessa di Ferrara dall’età di sei anni, momento in cui è stato stipulato il suo fidanzamento con Alfonso D’Este. La giovane cresce senza grandi dimostrazioni di amore o di affetto nei suoi confronti e ciò contribuisce a creare in lei un carattere freddo e distaccato. L’unica consolazione per la ragazza è immergersi in un mondo idilliaco fatto di sogni e illusioni, in cui lei è finalmente Duchessa, accanto all’uomo che, pur non avendo mai conosciuto, sente di amare con tutta sé stessa. Ma sollevare troppo i piedi da terra, dimenticandosi della realtà, non è mai un bene…

 

Una menzione speciale, tra i figli di Cosimo I de’ Medici, la merita Lucrezia, la figlia minore, invisibile agli occhi di tutti, cresciuta senza la minima dimostrazione di affetto. Ha un’indole buona e un carattere fin troppo docile, ma la salute è cagionevole, dato che ha ereditato da sua madre una terribile malattia ai polmoni che la rende ancora più debole e pallida di quanto possa già essere. È cresciuta lontano da tutto e da tutti, sentendosi un “peso”, un problema di cui sbarazzarsi e questo atteggiamento che le viene rivolto ha prodotto in lei un senso di colpa così ingiusto e profondo da spezzare il cuore: la piccola crede addirittura di meritare questo trattamento così indifferente e ostile che le riservano, non avendo ricevuto altro che questo. Sarebbe disposta a tutto pur di elemosinare anche una sola briciola di amore.

 

Perché è questo che si pretende dalle donne: un’obbedienza cieca e silenziosa.

Dobbiamo accogliere il nostro destino con rassegnazione, come una fatalità ineluttabile, intrinseca alla vita. Anzi, molto più che una fatalità ineluttabile. Come legge di Dio, il quale assegna un posto a ciascuno, una collocazione nel mondo: uomo o donna, ricco o povero, re o suddito, servo o padrone.

La sua volontà va accettata senza discutere, qualunque essa sia.

 

Alla piccola Lucrezia tocca il destino peggiore, vittima di un matrimonio stipulato contro la sua volontà quando è ancora una bambina. Anche Isabella, vittima della volontà di un padre che la vuole tenere vicina a sé ad ogni costo, si accontenta di un matrimonio senza amore con un membro della nobile famiglia degli Orsini, che Cosimo è in grado di controllare in ogni modo, data l’inclinazione del ragazzo ad una vita dedita ai piaceri mondani e innumerevoli debiti sulle spalle. All’epoca, l’unico compito di una donna era quello di mettere al mondo figli ed assicurare una discendenza al marito, meglio se con un primogenito maschio. Ogni moglie, col matrimonio, diventava proprietà del marito. Alle figlie minori toccava il destino monastico, rinchiuse in un monastero, molto spesso contro la loro volontà. L’importante, per i genitori, era sbarazzarsi delle figlie femmine al più presto, che non fossero un peso per la famiglia troppo a lungo.

 

La storia narrata in questo romanzo ci insegna che, pur essendo poco amati, non bisogna mai dimenticare la vera indole di una persona: Francesco non è una persona buona, a prescindere dal mancato affetto da parte del padre. Non tutte le persone sono uguali, ognuno di noi possiede luci ed ombre, ma è la via che scegliamo di percorrere a renderci ciò che siamo. E Francesco continua a nutrire un vero e proprio astio nei confronti della figlia prediletta da suo padre. Cosa succederà quando Isabella non potrà più contare sull’appoggio della figura paterna? E il fratello Ferdinando, destinato alla carriera ecclesiastica, che sentimenti nutre nei confronti di sua sorella? Non si hanno neanche buone speranze per Pietro, il figlio minore, troppo arrogante e cattivo agli occhi del mondo…

 

Ma mi domando: forse che un’eccezione alla regola ne annulla la validità per tutte le altre? Forse che proprio questa mia condizione inusuale non dovrebbe rendermi persino più consapevole dello svantaggio delle altre, della loro dignità calpestata?

 

Isabella, a mio avviso, è uno dei personaggi più belli dell’intero romanzo: una donna emancipata, a tratti ribelle e molto avanti per l’epoca in cui è vissuta. La giovane, però, pur godendo della protezione del padre, non ha mai avuto un posto interamente suo: è così che ottiene da Cosimo l’intestazione di Villa Baroncelli, spodestando Francesco nell’eredità. Questa villa diventa il vero “rifugio” di Isabella, l’unico posto in cui la ragazza si sente libera di essere sé stessa. Ben presto, Villa Baroncelli diventa un luogo di ritrovo frequentato dagli intellettuali più importanti del tempo, tutti amici fidati di Isabella, senza dimenticare che questo sarà anche il luogo in cui quest’ultima conoscerà il vero amore. Ma suo fratello Francesco avrà davvero dimenticato l’affronto ricevuto?

 

La dolce Leonora, nipote di Cosimo ed Eleonora, ha preso il posto di Isabella in casa de’ Medici, illuminando col suo carattere dolce e allegro la vita del duca di Firenze, il quale ha grandi progetti in serbo per lei: farle sposare suo figlio Pietro, in modo di salvarlo da un’indole dissoluta e da un carattere arrogante e privo di ogni moralità. Sarà davvero una fortuna questo matrimonio? Pietro non sembra amare Leonora, anzi, minaccia di ucciderla ogni giorno che passa… e la giovane ragazza, che tanto ricorda Isabella, conoscerà prima o poi il vero amore?

 

Quanto male ha procurato l’amore eccessivo di suo padre proprio a coloro che lui ha amato di più, che per tutta la vita ha cercato di proteggere, che voleva vedere felici. Per una sorta di tragica nemesi, si è trasformato per loro in tragedia.

 

Alla morte di Eleonora, in casa de’ Medici subentra la malvagia Camilla Martelli, seconda moglie di Cosimo, donna subdola e opportunista, odiata da tutto e da tutti per la sua innata cattiveria. Pensa soltanto ai gioielli e alle apparenze, senza preoccuparsi neanche della salute del marito, al quale deve tutto, in particolare la sua nuova posizione sociale. Alla morte di Cosimo I, però, la situazione cambia radicalmente: Camilla viene cacciata dai figli del duca di Firenze, ma è Isabella ad essere in grave pericolo. Ferdinando, come un abile burattinaio, muove i fili di un mondo che non dovrebbe appartenergli, appoggiato da Francesco, Pietro e da Paolo Giordano I Orsini. Isabella e Leonora, legate da un affetto smisurato, sono le vittime designate.

 

E quelle lettere scritte con nomi in codice… chi sono Eco, Narciso e tanti altri nomi che compaiono nei messaggi e nelle lettere di OTTO? Le Memorie di Isabella, scritte di suo pugno da lei in passato, si riveleranno un’arma a doppio taglio: i suoi nemici le desiderano ardentemente per avere in mano le prove per distruggerla una volta per tutte. Ci riusciranno oppure Isabella riuscirà ad uscire indenne da questa congiura? A voi, miei cari lettori, l’ardua sentenza!

 

Carla Maria Russo ci regala un romanzo dall’incredibile valore storico, permeato di un’eleganza raffinata, popolato di personaggi realmente esistiti e minuziosamente analizzati, caratterizzati in modo così accurato da potervi leggere dentro. Sarà impossibile non affezionarsi a Isabella, a Cosimo, alla dolce Leonora e ad ogni altro protagonista di questo splendido libro, nel bene e nel male. L’autrice ha alleggerito la componente storica della vicenda, permettendoci di coglierne diverse sfumature, senza mai risultare ridondante, banale o annoiare il lettore, anzi, è riuscita a rendere il tutto più leggero e scorrevole. Interessanti anche le digressioni letterarie firmate da un certo OTTO, che si alternano ai frammenti delle Memorie di Isabella e ai punti di vista dei personaggi. Tutto è da scoprire e la lettura di questo romanzo si è rivelata ancora più piacevole e inaspettata di quanto avessi pensato all’inizio. Una vera e propria sorpresa, in senso positivo, che spero tenga incollati alle pagine di questo libro anche tutti gli altri lettori, così come è successo con me.

 












 

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