Un libro frizzante, divertente e originale, ricco di spunti pedagogici e di tematiche interessanti, come l’importanza della lettura per un pubblico di bambini. Banalia, come si direbbe, Nomen Omen: un posto tranquillo e ordinario, né troppo bello ma neanche troppo brutto… sospeso così, nel limbo della lettura, del giallo e del mistero, che sa di libri perduti, di finali strappati da ricucire alle storie originali con pazienza e maestria, riscoprendo l’arte e la passione originaria che ci spinge a leggere un romanzo.
Titolo: Book Rebels – La
spiaggia dei lettori clandestini
Autore: Pierdomenico
Baccalario e Luigi Spagnol
Editore: Salani Editore
Genere: Narrativa
Trama
I genitori di Pierluigi sono
stranamente di ottimo umore, perché hanno appena deciso che le prossime vacanze
saranno a Banalia: un posto non tanto lontano, ma neanche così vicino,
gradevole, ma non indimenticabile, con il mare sì, ma non particolarmente bello.
Ma allora perché andarci? Pierluigi non se lo spiega, e per giunta lì si
annoia. Tantissimo. E si annoiano anche i suoi nuovi amici Edoardo ed Everardo
– gemelli indistinguibili e sornioni – e la coraggiosa Margherita dagli occhi
verdi. Fino al giorno in cui scoprono che a Banalia qualcosa di strano c’è: i
ragazzi hanno il DIVIETO ASSOLUTO DI LEGGERE LIBRI. All’inizio non sembra un
gran problema, ma presto i quattro saranno coinvolti in missioni supersegrete,
ritrovi in roccaforti clandestine, fughe, inseguimenti, furti di libri (a
brandelli!) e persino profezie. Perché leggere, si sa, è una delle attività più
avventurose che esistano. Un romanzo, un gioco da ragazzi, nato dalla fantasia
di due grandi amici, nella vita e nel lavoro, uniti dall’amore per i libri,
perché leggere rende più liberi e più felici.
Recensione
“Book Rebels – La spiaggia dei
lettori clandestini”, il titolo di questo romanzo già dice tutto, sta a voi
decidere se avventurarvi o meno nella lettura di questo splendido libro per
ragazzi e dargli una possibilità. Io, personalmente, ve lo consiglio e, come direbbe
anche Luigi Spagnol, uno degli autori, “dovrebbe piacervi”. Pierluigi è un
ragazzo tranquillo e allegro, che vive la sua giovane età in maniera spensierata,
senza farsi troppi problemi. Ma un giorno cambia tutto: i suoi genitori, Madre
e Padre, diventano sempre più strani… sembrano assenti, quasi apatici e
soprattutto completamente disinteressati al comportamento del figlio. Di
solito, in passato, sono sempre stati ligi al loro dovere, fin troppo attenti
alla carriera scolastica del bambino. Ma quando Pierluigi torna a casa con una
nota in condotta per essere intervenuto a sproposito durante un incontro con lo
scrittore Facocero, i genitori sembrano non preoccuparsi affatto di tutto
questo. Anzi, sono piuttosto felici per le imminenti vacanze da trascorrere al
mare, in completo relax… ci deve essere per forza qualcosa sotto!
A quanto pareva questo Banalia era un luogo del tutto privo di caratteristiche peculiari. E, come avevano detto i suoi genitori, a guardarlo da Internet non si vedeva niente di speciale: era sul mare, con un molo di pietra e una passeggiata. Un paese piccolino, con un paio di alberghi e di recensioni totalmente anonime: “Soggiorno non indimenticabile, ma tutto sommato gradevole. Siamo stati abbastanza benino. Fatto il bagno. Mangiato così così. Speso il giusto”. Non c’era alcuna ragione evidente per cui i sui genitori l’avessero scelto. Era come se si fossero messi una benda sugli occhi e avessero indicato un punto a caso sulla cartina, così, per gioco o per scommessa. Una cosa che quelle teste bacate di Padre e Madre erano capacissimi di fare, tra l’altro.
Banalia è il luogo prescelto per
le vacanze estive: una piccola località marittima, non troppo lontana, né
troppo vicina da dove abitano, un posto carino ma niente di speciale, con delle
graziose casette colorate e non molte occasioni per divertirsi, per l’appunto
“banale”. Ma in questo posto accadono delle cose strane: al suo arrivo, Pierluigi incrocia
lo sguardo con un vecchietto arcigno e scontroso, che digrigna i denti contro
di lui in maniera minacciosa… ma nessuno sembra averlo visto, neanche i suoi
genitori. Un campanello d’allarme che lo scuote nel profondo, spaventandolo a
morte. Anche l’insegna del negozio alle spalle dell’uomo anziano, “Il Capitano
Coraggioso”, non promette nulla di buono. È tutto così misterioso in questa città all’apparenza così semplice e “ordinaria”, cosa nasconderanno
questi edifici? Quali avventure lo attendono tra le strade di questo luogo così
singolare?
La macchina si fermò a un semaforo e Pierluigi ebbe il tempo di guardarsi intorno un po’ meglio: sull’angolo di quell’incrocio c’era una farmacia; poi un negozio di frutta e verdura e poi, in linea col finestrino posteriore della macchina, la porta rossa di un negozio. L’insegna sopra diceva: IL CAPITANO CORAGGIOSO. Di fianco, sulla destra, c’era una vetrina, ma Pierluigi non riuscì a scorgere che tipo di mercanzia vi fosse esposta. Un po’ perché il sole ci batteva contro e si vedeva solo il riflesso del cielo e degli oleandri; un po’ perché davanti c’era un ometto pelato, con una lunga barba bianca. Non appena Pierluigi lo guardò, l’ometto gli mostrò i denti con aria minacciosa.
Ben presto, il nostro piccolo protagonista inizia ad annoiarsi, il tempo a Banalia sembra non scorrere mai: ha l’impressione che le lancette dell’orologio restino sempre ferme allo stesso punto, senza permettere ai minuti di scorrere via, né ai secondi di battere il loro silenzioso ticchettio. Fortunatamente, stringe amicizia con due gemelli, Edoardo ed Everardo, completamente identici, e con la dolcissima Margherita, dai lunghi capelli biondi e splendenti occhi verdi. Ma sembra non essere questa la missione che lo attende in questo strano luogo: inseguimenti, libri tranciati a metà, privi della copertina e del finale… in questo paese regna il mistero e Pierluigi è determinato a carpirne ogni segreto. Come un Agente 007 in miniatura, si arma di astuzia e coraggio e si addentra in una storia che ha quasi dell’irreale, commettendo anche un’infrazione nel negozio del perfido Caligola, circondato da libri tagliati a metà e da enigmi inspiegabili.
<<Si dice che Bodley abbia perduto due dita, perché non voleva lasciare andare un libro. A Griffo, l’unico che fosse riuscito a leggere il finale di IT, hanno strappato la lingua, perché non potesse raccontarlo a nessuno>>.
<<Ma è orribile!>> gemette Pierluigi.
<<Chi può fare una cosa simile?>> protestò Margherita.
A quel punto, Sansovino rise a voce alta. <<Chi, secondo voi? Davvero non avete nemmeno un piccolo sospetto?>>
<<Ca-caligola?>> sussurrò Pierluigi.
Sansovino annuì.
Apprendono da un certo Sansovino
che a Banalia è proibito leggere ai bambini, senza alcuna eccezione: i libri
sono banditi e non devono essere nominati, neanche lontanamente. E per
trovarli? Nemmeno a pagarli oro! Non vi sono libri a Banalia e non è possibile
neanche ordinarne di nuovi da Internet: in questo posto desolato non vi è
alcuna connessione, ogni collegamento con ciò che si trova oltre i confini di
questa città è quasi impossibile. Ma c’è un luogo in cui è possibile trovare
molti, molti libri, questo il nostro protagonista lo sa molto bene: è “Il Capitano
Coraggioso”, il famoso negozio gestito dal vecchio Caligola, pieno di
misteriosi segreti. Suo padre gli ha intimato di starne alla larga, perché al
proprietario non piacciono affatto i bambini e anche Pierluigi lo ha potuto
constatare in prima persona… quali enigmi si nasconderanno all’interno di
questa antica bottega?
Più si aggiravano per Banalia, più quel paesino gli sembrava strano. E non solo a Pierluigi: avevano l’impressione di essere osservati, che certe finestre si aprissero e si chiudessero al loro passaggio, che alcune persone borbottassero parole incomprensibili che li riguardavano.
Viola, Variegato all’amarena e
Malaga: sembrano un’accozzaglia informe di gusti di gelato messi insieme a
caso, in realtà costituiscono un vero e proprio messaggio in codice, avvolto in
uno strano tovagliolino verde: “Se ci vuoi incontrare, prima trova cosa
nasconde Zinj, e poi segui le F. Firmato: I CLANDESTINI”. Come inseguendo
dei fuochi fatui, i ragazzi seguono il percorso prestabilito e la lettera F li conduce
alla Roccaforte, un luogo quasi mistico, pieno di libri e di ragazzi più
grandi, tutti fighi e particolari, che non fanno altro che leggere: i
Clandestini. Ma Gutemberg, il capo di questo piccolo clan, gli intima di
mantenere il silenzio e spiega che, per entrare a far parte del loro gruppo,
dovranno portarle un libro a testa, da conservare nella Roccaforte. Ma di libri
non se ne trovano da nessuna parte, a meno che non ci si addentri nell’antro
del “Capitano Coraggioso”, col perfido Caligola pronto a catturarli in
qualsiasi momento… ce la faranno i nostri giovani protagonisti a portare a
termine la loro missione e a far luce sugli inquietanti misteri di Banalia?
Pierluigi guardò il suo tovagliolino. Vero.
I tre coni dei gemelli e di Margherita avevano il più classico dei tovagliolini, di carta leggera, avvolto sulla punta e mentre quello di Pierluigi era color verde smeraldo.
Rovesciò a terra il gelato senza il minimo rimorso e sfilò il tovagliolo.
Lo aprì.
<<C’è un messaggio!>>
Si sa, quando una cosa è proibita
o viene preclusa in ogni modo, per puro spirito di contraddizione e di
ribellione ci si avvicina ad essa: questo è ciò che accade ai nostri
protagonisti che, giorno dopo giorno, mistero dopo mistero, di nascosto dai
loro genitori, riscoprono il piacere della lettura, di perdersi tra le pagine
di un buon libro e di volare liberi con la fantasia. Perché è questo che
significa leggere: ogni storia, ogni pagina sfogliata è una boccata d’aria
fresca, un lasciapassare per addentrarsi in un mondo immaginario, lontano da
quello degli adulti e dall’opprimente quotidianità, in cui ogni bambino è
libero di dare sfogo al suo estro creativo. Una storia infinita da raccontare,
un’avventura da vivere assaporando ogni attimo di questo prezioso momento e
riporlo nella mente, custodito gelosamente tra i ricordi e nel piccolo scrigno
del cuore.
Si alzò, si vestì e guardò Madre e Padre, al tavolo della colazione, li trovò tremendamente uguali. Uguali a come erano sempre: sempre loro, sempre a fare le stesse cose. Lo stesso caffè biologico, la stessa marmellata biologica di bacche di goji, le stesse fette biscottate ecosostenibili e le stesse gallette di farro. Le stesse poche parole. Eppure, adesso, quella mattina, mentre li guardava, pensò: ma voi lo sapete cosa succede a Banalia?
Banalia: una metafora della
cultura, un modo semplice, originale ed immediato per avvicinare i più piccoli
alla lettura, un metodo geniale per catturare l’attenzione e la creatività dei
bambini, stuzzicandola in maniera continua e genuina. Pierdomenico Baccalario e
Luigi Spagnol ci hanno regalato un romanzo indimenticabile, pieno di spunti di
riflessione ed adatto ad un pubblico di qualsiasi età. Il linguaggio è semplice
e scorrevole, i dialoghi sono accattivanti e la trama è ben strutturata, con
qualche spruzzo di giallo e mistero che non guasta mai. Credetemi, dopo aver
finito di leggere questo libro, vi mancherà già: chi non vorrebbe ritornare
bambino e vivere un’avventura piena di suspence, misteri ed enigmi da
risolvere in una città come Banalia? Vi verrà voglia di tornare piccoli immergendovi
tra le pagine di questa stupenda storia nata dalla penna di due eccellenti
autori. Ogni pagina è una sorpresa, una boccata d’aria e di freschezza, un
raggio di luce che illumina una giornata grigia e uggiosa. Auguro a tutti voi
di trovare la vostra Banalia, riscoprendo il piacere di leggere un buon libro e
di inseguire i vostri sogni.
- aprile 14, 2022
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