Recensione: I miei giorni alla libreria Morisaki - Satoshi Yagisawa

luglio 28, 2022

Un libro dolce, avvincente, in cui il romanticismo e l’amore si intrecciano mirabilmente alla letteratura e alla cultura giapponese, intrisa di usanze affascinanti e insegnamenti preziosi. La storia di Takako, giovane donna che si avvicina per la prima volta al mondo della lettura e capisce che un buon libro è il migliore amico che una persona possa desiderare per sé stessa. E chissà cos’altro potrebbe scoprire, nella magica libreria Morisaki… 

 

Titolo: I miei giorni alla libreria Morisaki
Autore: Satoshi Yagisawa
Genere: Narrativa
Editore: Feltrinelli

 

Trama

 

Jinbōchō, Tōkyō: il quartiere delle librerie, paradiso dei lettori. Benché si trovi a pochi passi dalla metropolitana e dai grandi palazzi moderni, è un angolo tranquillo, un po' fuori dal tempo, con file di vetrine stipate di volumi, nuovi e di seconda mano. Non tutti lo conoscono, i più vengono attratti dalle mille luci di Shibuya o dal lusso di Ginza, e neppure Takako – venticinquenne dalla vita piuttosto incolore – lo frequenta, anche se proprio a Jinbōchō si trova la libreria Morisaki, che appartiene alla sua famiglia da tre generazioni: un negozio di appena otto tatami in un vecchio edificio di legno, con una stanza adibita a magazzino al piano superiore. È il regno dello zio Satoru, che ai libri e alla Morisaki ha dedicato la vita, soprattutto da quando la moglie lo ha lasciato. Entusiasta e un po' squinternato, Satoru è l'opposto di Takako, che non esce di casa da quando l'uomo di cui era innamorata le ha annunciato che sposerà un'altra. Ed è proprio lui, l'eccentrico zio, a lanciarle un'imprevista ancora di salvezza proponendole di trasferirsi al piano di sopra della libreria in cambio di qualche ora di lavoro. Takako non è certo una gran lettrice ma, quasi suo malgrado, si lascia sorprendere e conquistare dal piccolo mondo di Jinbōchō. Tra discussioni sempre più appassionate sulla letteratura moderna giapponese, un incontro in un caffè con uno sconosciuto ossessionato da un misterioso romanzo e rivelazioni sulla storia d'amore di Satoru, scoprirà pian piano un modo di comunicare e di relazionarsi che parte dai libri per arrivare al cuore. Un modo di vivere più intimo e autentico, senza paura del confronto e di lasciarsi andare.

 

Recensione

 

Jimbōchō, il quartiere delle librerie e delle case editrici immerso nella città di Tokyo, un vero e proprio paradiso per qualunque lettore. Spesso questi luoghi vengono ingiustamente sottovalutati e la gente è più attratta da zone gettonate, prettamente turistiche, ma è proprio in questi luoghi tranquilli e nascosti che avvengono le magie più belle, frutto dell’incantesimo che la cultura giapponese esercita su qualunque persona le si avvicini. Stavolta è toccato alla giovane Takako rimanere ammaliata dal fascino di un libro, proprio all’interno della "magica" libreria Morisaki.

 

Takako si trova ad affrontare un momento particolarmente difficile della sua vita: non riesce ad andare avanti e a superare le menzogne e il tradimento di Hideaki, l'uomo che amava. I due erano inseparabili, tutto sembrava perfetto e la felicità regnava sovrana nella loro storia d’amore. Improvvisamente, le bugie cadono, distruggendo il debole e fragile castello di carte che la giovane si era costruita giorno dopo giorno, immaginando un futuro con il suo ragazzo: egli, infatti, le comunica che, di lì a breve, si sposerà con la sua fidanzata, di cui lei non era minimamente a conoscenza. Dopo un momento di iniziale smarrimento, la nostra protagonista capisce di essere stata presa in giro e ingannata senza pietà da un uomo senza scrupoli, che ha approfittato della sua bontà e della sua ingenuità per tutto questo tempo. Il mondo sembra caderle addosso con tutto il suo peso, a soli venticinque anni una batosta del genere non è facile da sopportare e così, dietro consiglio della madre, decide di trasferirsi per qualche tempo nella piccola stanza adibita a magazzino della libreria Morisaki, al primo piano, per aiutare lo zio Satoru nella vendita dei libri e magari ritrovare anche sé stessa.

 

I libri erano dappertutto. Quella stanza buia di appena otto tatami sembrava essere ferma all’epoca Shōwa. Libri di ogni formato erano assiepati sugli scaffali, mentre le opere più grandi, in più volumi, erano ammassate contro le pareti. C’erano mucchi di libri persino dietro al minuscolo bancone con la cassa. Era chiaro che, in caso di terremoto, sarebbe bastata una scossa un po’ più forte per far crollare tutto.

 

Inizialmente Takako è diffidente, scontrosa, a tratti antipatica e scostante nei confronti dello zio Satoru e della lettura, non essendo abituata a leggere. La giovane decide di chiudersi in sé stessa, tagliando fuori il mondo esterno e rifugiandosi nel mondo dei sogni, perché dormire è l’unica cosa che le permette di sfuggire alla sofferenza e al dolore che sta provando. Lo zio Satoru è un uomo allegro, gioviale e forse un po’ squinternato, dal carattere particolare e ricco di sfaccettature, anche lui reduce da un passato doloroso e dall’abbandono improvviso della moglie. Ma il libraio ha reagito in maniera del tutto opposta rispetto alla nipote: si è buttato anima e corpo sul lavoro, sull’attività che ha ereditato dal padre, dedicandogli ogni attimo della sua vita.

 

Lo zio mi guardò e sorrise dolcemente. “No, non credo. A volte bisogna anche fermarsi. È come una sosta in un lungo viaggio. Immagina di aver gettato l’ancora in una piccola baia. Riposerai per un po’ e poi la tua nave ripartirà.”

 

Takako non può fare a meno di chiedersi cosa ci trovasse nello zio tanti anni prima, visto che da piccola gli era molto legata. E non riesce neanche a capire la sua smisurata passione per la lettura e l’interesse per una piccola libreria come quella: cosa mai ci troverà tra le pagine di un libro? Eppure, giorno dopo giorno, la ragazza inizia a comprendere tante cose, prima fra tutte l’amore per la lettura: un libro letto una sera per caso, poiché non riusciva a prendere sonno, diventa la porta per un mondo incantato, fatto di storie, di parole, di cultura e fantasia. Iniziato il suo percorso di scoperta, divora un volume dopo l’altro, senza sosta, senza mai fermarsi, come un affamato che vede del cibo per la prima volta dopo molto tempo. La gioia dello zio Satoru è incontenibile: vede che la nipote si sta rialzando e sta riprendendo in mano la sua vita, combattendo contro la morsa di dolore che la attanaglia e le impedisce di essere davvero felice. Ma Takako non è sola, e neanche Satoru… entrambi guariranno dalle ferite del passato aiutandosi a vicenda, facendosi forza e proseguendo insieme nell’impervio sentiero della vita.

 

Le circostanze inattese ci aprono porte che neanche immaginavamo. Era proprio così che mi sentivo. E infatti, da quel momento in poi, cominciai a leggere un libro dopo l’altro. Era come se la sete di lettura, da tempo sopita dentro di me, fosse esplosa all’improvviso. Cercavo di guastarmi i libri che leggevo, uno per volta, piano piano. Avevo tutto il tempo, e quanto ai libri, non correvo certo il rischio di ritrovarmi senza.

 

Il destino, quando bussa alla porta, non ammette repliche: stavolta riporta con sé la zia Momoko, scappata anni addietro senza lasciare traccia e lasciando dietro di sé un Satoru sconfitto, spento e senza speranza. Ora, il suo ritorno, travolge emotivamente il giovane libraio riportandolo indietro nel tempo: sua moglie è evasiva, misteriosa, non è più la stessa di un tempo. La paura dell’abbandono ricomincia a farsi strada nell’animo dell’uomo, intrappolandolo in una gabbia di timore e preoccupazione, in uno stato di perenne agitazione. Riuscirà la giovane Takako a fare luce sul mistero della zia Momoko? Oppure anche l’amore incrocerà la sua strada?

 

La gente si fa spesso idee sbagliate, pensai osservando Momoko che mi fissava adorante. Io stessa avevo frainteso tanti lati del carattere dello zio Satoru. Si può essere parenti, compagni di scuola o colleghi di lavoro per anni, ma se non ci si sforza di entrare davvero in connessione con gli altri è come se non ci si conoscesse affatto.

 

La penna di Satoshi Yagisawa è fluida, scorrevole e, con un linguaggio elegante e curato, ha dato vita a un romanzo meraviglioso, ricco di sentimento e magia, in cui l’amore per la lettura regna sovrano: è l’unica terapia per un cuore infranto, il solo antidoto alla tristezza, l’unica strada per ritrovare sé stessi. Come la maggior parte della letteratura giapponese, nel romanzo è presente una sottile e quasi impercettibile vena malinconica, che accompagna il lettore durante tutta la lettura. Leggendo questo libro mi sono sentita coccolata, avvolta da un morbido abbraccio in cui mi sono abbandonata totalmente, immergendomi in un mondo concreto e reale ma al contempo quasi fiabesco, popolato di libri, scrittori e personaggi che mi hanno fatto sentire a casa. La libreria Morisaki, un posto ricco di cultura, incantevole e terapeutico, che scalda il cuore di chiunque: la porta per un mondo diverso, fatto di libri, fantasia e concretezza, aperto a tutti coloro che hanno bisogno dell’abbraccio di un amico o di un briciolo di conforto. Perché Satoru vi farà sentire così: amati, rispettati e ben accolti tra le mura del suo piccolo regno, fatto di vecchi volumi che raccontano storie affascinanti e profumano di antico, di romanticismo e di rinascita.




 










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