Recensione: L’estinzione della ruota – Jacopo Zerbo

luglio 23, 2022

Un romanzo importante, originale, a tratti quasi distopico, dove il futuro dell'umanità è in grave pericolo. L'uomo ne è il vero responsabile, il pianeta è ormai allo stremo e la situazione è davvero tragica: ipotesi su ipotesi si fanno strada nella mente delle persone, per cercare di porre rimedio agli errori commessi in passato. Ci sarà un futuro per la Terra e per il mondo intero?



Titolo: L’estinzione della ruota
Autore: Jacopo Zerbo
Genere: Narrativa
Editore: Bookabook

 

Trama

 

2032. La crisi climatica ha superato il punto di non ritorno: non importa quanti sforzi facciano gli uomini per frenare la deriva, nel giro di qualche decina d’anni la Terra risulterà invivibile per l’umanità. Nell’indifferenza quasi generale che accoglie questa notizia, due attivisti vengono colpiti da una nuova consapevolezza, anzi due e profondamente in contrasto tra loro. Per Edward l’unica soluzione possibile per scampare alla terribile agonia cui è condannata l’umanità è estinguersi, attuando un piano di sterilizzazione controllata. Lise, invece, arriva alla conclusione opposta: le scoperte del futuro potrebbero smentire la condanna della scienza, quindi è bene fare molti figli ed educarli alle tematiche ambientaliste, poiché uno di loro potrà essere colui che cambierà il corso della storia.

Come potrebbero visioni così opposte convivere in un mondo ormai condannato? La ruota non può girare in due sensi. E un uomo che vive nel 2111 lo sa.

 

Recensione

 

Il romanzo “L’estinzione della ruota” di Jacopo Zerbo parla di una tematica molto importante, verso la quale tutti dovremmo prestare molta più attenzione: l’ambiente e la situazione climatica che affligge da tempo il nostro pianeta. Jacopo Zerbo ha dato vita a una storia particolare, originale e intensa, nella quale mescola sapientemente la tematica ambientale e metaforicamente ci illustra quali potrebbero essere le conseguenze delle azioni umane. E c’è da dire che non è andato molto lontano, perché il futuro potrebbe davvero riservarci amare sorprese. Nessuno dovrebbe essere immune o insensibile a certe tematiche, anzi, nel nostro piccolo dovremmo davvero cominciare a pensare a ciò che potrebbe accadere tra non molto tempo.

 

Con la Terra le cose non erano così semplici. Che fosse malata lo si sapeva da tempo, tanto che molti ormai non speravano più in una guarigione. Non volendosi impegnare in alcun modo per salvarla in extremis, si erano quindi rassegnati a vederla spegnersi poco per volta, dimenticando che un tempo era stata in piena salute.

 

Interessante come un romanzo si avvicini così tanto alla realtà odierna, pur essendo ambientato nel futuro. L’autore, con un linguaggio semplice e immediato, riesce a dare vita a dei personaggi complessi e sfaccettati, frutto di un’umanità alla deriva, ormai in balia di un futuro già scritto e voluto dall’uomo stesso. Fin dall’inizio si percepisce la forza e l’intensità della storia che andremo a leggere, potente ed importante come la tematica stessa di cui tratta. Il lettore, sfogliando questo libro pagina dopo pagina, non potrà fare a meno di chiedersi cosa stia accadendo oggi e cosa succederà tra qualche anno, creando un collegamento con ciò che sta succedendo oggi, tragedia dopo tragedia.

 

Fuga. Ma nemmeno questo. Si fugge per andare altrove, e qui un altrove, nel tempo o nello spazio, non c’era. Non una fuga, no. Una rinuncia, una presa d’atto. Un burrone senza fondo in cui raccogliere gli inservibili avanzi dell’umanità, un bicchiere di cicuta da bere tutti insieme prima che si facesse troppo tardi.

 

I personaggi di questo romanzo sono complessi e sfaccettati, frutto di una sapiente caratterizzazione da parte dell’autore. Il lettore imparerà a conoscerli, forse non empatizzerà immediatamente con loro, ma sarà comunque portato a chiedersi il perché di certi pensieri, cercando di trovarvi una giustificazione. Edward è un attivista che ha trascorso la maggior parte della propria vita a credere nella potenza e nell’importanza del cambiamento climatico, ma è arrivato ormai a un punto di non ritorno: l’umanità non è riuscita a cogliere il messaggio che lanciava la Terra stessa ed ora ne pagherà le conseguenze. La conclusione non può che essere soltanto una: l’estinzione di massa del genere umano, senza eccezioni, per non costringere le future generazioni a sopportare gli effetti di un cambiamento climatico che non lascerà scampo.

 

Perché? Perché siamo dovuti arrivare a questo? Non è una benedizione questo silenzio, questa cosiddetta pace, la cessazione di ogni consorzio umano, dell’idea stessa di comunità. Io sono stanco, ed è sulle mie spalle che si deve accumulare la consapevolezza di tutto ciò che è successo, senza che me ne sia fornita anche solo un’incompleta spiegazione, né tanto meno la capacità di trovarla da me solo. Perché?

 

Ma vi è anche chi possiede una visione più ampia e meno fatalista del futuro: questo personaggio è Lise. La sua interpretazione è del tutto diversa, diametralmente opposta a quella di Edward: secondo lei l’umanità non è ancora arrivata alla fine. L’unica speranza per un avvenire migliore è quella di proliferare quanto più possibile, perché sicuramente tra queste nuove generazioni ci sarà qualcuno in grado di trovare una soluzione e porre rimedio alla situazione climatica e ai problemi che ne sono derivati. Una visione sicuramente più ottimista, che lascia intravedere ancora un piccolo puntino di luce in fondo al tunnel. Vi è ancora qualcosa da fare per salvare il mondo?

 

Lo stile di Jacopo Zerbo è scorrevole e accattivante, oltre che curato e ricco di descrizioni. Il fatto di strutturare la narrazione su due diversi piani temporali all’inizio può destabilizzare, però è l’unica scelta possibile per come è impostato il romanzo e, dopo un primo momento, il lettore si abitua subito ai cambi di tempo e ambientazione. Un libro d’impatto, dalla tematica molto attuale, in cui sarà impossibile non trovare parallelismi con la realtà che stiamo vivendo. Una latente sensazione di inquietudine per il futuro pervade il lettore e non lo abbandona fino alla fine del romanzo, permettendogli di riflettere e capire davvero che, se vogliamo salvare il mondo, dobbiamo agire in fretta.

 









 

 

 

 

 

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